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Decreto dignità, Di Maio-Tria: “Nessuna accusa a ministero Economia, ma troveremo la manina”

In una nota congiunta il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e quello dell’Economia Giovanni Tria precisano di non aver mosso accuse nei confronti del ministero dell’Economia né della Ragioneria dello Stato, ma dicono che troveranno “la manina” che ha portato al caos sul Decreto dignità. E criticano le stime Inps ritenute “prive di basi scientifiche”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria provano a spegnere le polemiche sul Decreto dignità e sulle previsioni secondo cui con questa misura si perderebbero 80mila posti di lavoro. In una nota congiunta i due spiegano che non c’è nessuna frizione tra i due dicasteri e scaricano la responsabilità sull’Inps che ha redatto le tabelle, ritenute però da Tria prive di basi scientifiche e quindi discutibili. Nello specifico, nella nota congiunta dei due ministri, si fa riferimento alla relazione tecnica che accompagna il Dl dignità: “Il ministro dell’Economia Giovanni Tra ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”.

Nella nota si parla anche della polemica tra i due ministeri che gli stessi ministri cercano di mettere a tacere. “Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, non ha mai accusato né il ministero dell'Economia né la Ragioneria generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al dl dignità. Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella ‘manina' che, si ribadisce, non va ricercata nell'ambito del Mef”. Ieri il vicepresidente del Consiglio aveva accusato qualcuno di voler in qualche modo boicottare il decreto inserendo il dato relativo agli 80mila posti di lavori a rischio. Quella tabella sarebbe stata redatta dall’Inps e non da organi ministeriali, come ipotizzato in un primo momento, né dalla Ragioneria dello Stato.

Le critiche dell’opposizione

Duri attacchi non solo da Silvio Berlusconi, che in un’intervista al Giornale si è appellato a Matteo Salvini criticando aspramente il Decreto dignità voluto da Di Maio, ma anche da altri esponenti di Forza Italia. Per Mariastella Gelmini, capogruppo forzista alla Camera, il “M5s è incapace di governare. Il primo provvedimento è pieno di errori e la sua relazione tecnica smaschera gli effetti recessiva che avrà sulla nostra economia”. Anche Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi di Fi di Camera e Senato, ricorda i dati emersi dal decreto e attacca Di Maio: “Dimentica che non più la Casaleggio associati a filtrare fake news e dati truccati. Al Mef i conti si devono fare, per davvero, e questo decreto in-dignità si boicotta da solo”.

Il Partito Democratico attacca il governo attraverso il suo segretario Maurizio Martina, affermando che i dem andranno uniti sul voto in Aula: “Le vicende di queste ore, con Di Maio che scopre che i suoi stessi uffici certificano la drastica riduzione dell'occupazione con 80mila posti a rischio e grida al complotto, provano la irresponsabilità del ministro in ansia di prestazione con Salvini sul fronte della propaganda”. L’ex ministra Maria Elena Boschi scrive invece su Twitter: “Di Maio ha scritto un dl che aumenterà i disoccupati. Lo dice il Governo stesso nella relazione tecnica che Di Maio non ha letto o non ha capito. 80 mila persone senza lavoro e Di Maio dà la colpa ai dirigenti. In nome della dignità ne licenziano 80 mila, questo è il cambiamento?”.

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