Debito Usa, la Camera approva il piano anti default. Ancora incertezza sui mercati Finanziari
L’accordo statunitense sull’innalzamento del tetto del debito pubblico ha avuto il suo primo via libera dalla Camera con 269 voti a favore e 161 contrari. Nessuna sorpresa, dunque, dopo l’intesa raggiunta dai leader Democratici e Repubblicani e annunciata dallo stesso Obama, ora ad esprimersi dovrà essere il Senato, che deciderà entro questa sera l’approvazione definitiva del provvedimento. Dunque sembra ormai fatta per gli Stati Uniti, visto che al Senato il Presidente è appoggiato dalla maggioranza del suo partito, nonostante vi siano frange di estremisti contrari all’accordo.
Con la successiva firma definitiva del Presidente Obama gli Stati Uniti si metteranno alle spalle il rischio di default previsto proprio per oggi, se non ci fosse stato l’accordo. La crisi economica, però, non si è certo allontanata, nonostante i numerosi tagli previsti da questa nuova manovra, le agenzie di rating potrebbero comunque abbassare la valutazione del debito americano che aggraverebbe ancora di più i timori dei mercati finanziari. Per le agenzie, infatti, non sono sufficienti i tagli per almeno 2.100 miliardi di dollari in 10 anni, ma ne servirebbero almeno il doppio per poter risanare i conti pubblici.
La Camera Usa approva l'accordo
La Camera Usa approva l'accordo
Le Borse ieri non hanno mostrato grande fiducia in questo provvedimento, anche se inizialmente era sembrato il contrario, tutte le maggiori Piazze del mondo hanno chiuso in ribasso, compresa Wall Street. Il Presidente, però, pensa che l’accordo sia un buon compromesso che non attua tagli indiscriminati, per avere possibilità di manovra che vadano ad influire sulla crescita, che è l’altro tallone di Achille dell’economia nordamericana degli ultimi anni. “I tagli saranno graduali, non peseranno e ci consentiranno di continuare a effettuare investimenti in settori che creano occupazione” ha detto fiducioso Obama, convinto che la crisi può essere ancora facilmente gestibile.
Intanto le uniche Borse che ieri avevano segnato un segno positivo, quelle asiatiche stamani perdono alcuni punti percentuali, così come in perdita hanno aperto le altre Piazze Europee, tutti temono un downgrade del debito americano, anche se non tutte le agenzie di rating sono d’accordo. Si muove nel frattempo anche il governo giapponese, che ha fatto sapere di voler intervenire contro la sopravalutazione dello Yen che si è apprezzato notevolmente nei confronti del dollaro, sceso invece quasi ai minimi storici del dopoguerra.