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De Zan: “Il 5 giugno ’99 Pantani aveva 48 di ematocrito. C’è chi lo giura sui suoi figli”

Il popolare cronista: “Me l’ha giurato qualche anno fa una persona che era vicinissima a Marco, giurando sulla testa dei suoi figli: quella mattina del 5 giugno a Madonna di Campiglio, Marco Pantani aveva 48 di ematocrito, poi come d’incanto è saltato fuori il 51”.
A cura di Davide Falcioni
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tour de france 1998

Il 5 giugno del 1999 Marco Pantani iniziò un po' a morire. Quel giorno a Madonna di Campiglio il romagnolo venne controllato dagli ispettori dell'antidoping, che riscontrarono un ematocrito troppo alto e conseguentemente lo sospesero. Marco era maglia rosa, aveva praticamente dominato il Giro d'Italia: il valore trovato era 52% e sforava il limite di 50 consentito dal regolamento. Prima di salire nell'auto che lo avrebbe condotto a casa il Pirata disse: "Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile". Marco Pantani morì di overdose il 14 febbraio del 2004 in un residence si Rimini.

Ebbene, in merito all'episodio di Madonna di Campiglio stamattina il popolare giornalista di Mediaset Davide De Zan ha raccontato a Mattino 5 e al sito specializzato Tutto Bici: "Me l'ha giurato qualche anno fa una persona che era vicinissima a Marco giurando sulla testa dei suoi figli: quella mattina del 5 giugno a Madonna di Campiglio, Marco Pantani aveva 48 di ematocrito, poi come d'incanto è saltato fuori il 51". Ma come mai questo testimone non è mai stato preso in considerazione nei tanti processi dedicati a Pantani? "È andata esattamente così – spiega De Zan -. In un primo momento questa persona era disposta anche a venirlo a raccontare in televisione, poi non se l'è sentita ma oggi, a tanti anni di distanza, mi sento in dovere di dire io che c'è una persona, molto credibile e attendibile, che ha giurato sulla testa dei propri figli la veridicità dell'episodio: Marco quella mattina non aveva assolutamente i valori ematici fuori norma. Aveva 48 e, come prevedevano i regolamenti dell'epoca (il limite era 50), lui poteva concludere vittoriosamente il suo Giro d'Italia". La notizia è stata confermata a Fanpage da Enzo Vicennati, uno dei più autorevoli giornalisti del settore al mondo: "Tutti noi un po' vicini a quel ragazzo, alla sua famiglia e alla squadra abbiamo una persona di fiducia pronta a giurare sui suoi figli che Marco quella mattina avesse 48,6 di ematocrito. Però c'è stato un processo e nessuno ha detto una sola parola. La notizia c'è e c'è sempre stata. Viene tirata fuori di tanto in tanto, ma non aggiunge nulla a quella tragica storia".

La madre di Pantani – Tonina – intanto chiede la riapertura del processo: "Io chiedo la riapertura del processo: vorrei solo sapere come è morto mio figlio, il mio dubbio più grande è che me lo abbiano ucciso perché Marco dava fastidio a qualcuno, non a quelli che vendevano cocaina, dava fastidio al mondo del ciclismo. Penso che abbia pestato i piedi a qualcuno. Marco era così, quello che pensava diceva: ha parlato di doping dicendo che esisteva non solo nel ciclismo ma in tutti gli sport".

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