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Ddl intercettazioni: prove di dialogo nella maggioranza, ma la Bongiorno dice “no”

Dopo l’autobavaglio di Wikipedia, il Pdl pensa di correre ai ripari e apportare modifiche all’impopolare comma 29 del ddl intercettazioni: divieto di pubblicazione fino all’udienza filtro. Ma l’avvocato Giulia Bongiorno non ci sta ed è pronta a dimettersi.
A cura di Biagio Chiariello
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dopo il bavaglio di Wikipedia il pdl prova a correre ai ripari sulla norma ammazzablog

L'autobavaglio di Wikipedia è una delle forme di protesta più autentiche ed opportune che si potessero immaginare contro il comma 29 del ddl intercettazioni, che impone l'obbligo "per tutti i siti web, giornali online, blog, di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine". Il problema è che il "richiedente" non è un giudice terzo e imparziale, ma qualsiasi soggetto che si sente danneggiato. Col risultato che chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente sul web potrà rivendicare il diritto di chiedere “rettifica”, volta a contestare e smentire tali contenuti. E poco importa se le suddette informazioni corrispondono alla realtà dei fatti.

Così, dopo la reazione dell'enciclopedia libera – che fa seguito a quella della non meno nota sorella satirica Nonciclopedia in merito alla denuncia (poi ritirata) di Vasco Rossi – e le infuocate repliche del mondo della Rete, oltre che dell'opposizione, anche il Pdl ha deciso di correre ai ripari ed arrivare ad un compromesso in merito alla impopolare norma "ammazzablog". Con l'obiettivo di allargare la base di maggioranza non ostile alla stretta sulle intercettazioni viene proposta una via di mezzo tra il testo uscito un anno fa dalla commissione Bongiorno e pezzi del ddl Mastella. L’emendamento sotto esame, in sostanza, vieta la pubblicazione di qualsiasi telefonata intercettata fino al giorno in cui, con "l’udienza filtro", pubblici ministeri e avvocati difensori non abbiano selezionato i dialoghi utili per l’inchiesta e quelli da cestinare. E fin qui nulla di nuovo rispetto alla mediazione raggiunta in commissione Giustizia.

La novità (inserita col vecchio ddl Mastella) sta nell’ estensione del divieto anche alle trascrizioni contenute nelle ordinanze cautelari, che di fatto rende impossibile conoscere sulla base di quali prove un individuo, per esempio, viene arrestato, subisce una perquisizione o un sequestro.

Un tentativo di stravolgere il testo sulle intercettazioni giunto in aula alla Camera per Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, e deputata di Fli. Se così fosse, l'avvocato che ha ridato la libertà a Raffaele e Amanda, si dimetterà dall’incarico di relatrice del provvedimento. Non riesco a comprendere perché negli ultimi giorni" la maggioranza stia elaborando "una marcia indietro assoluta" da quel testo "per arrivare a un black out. Io non me la sento di essere relatrice di questo black out".

Un'altra proposta è quella di Roberto Cassinelli e che oggi potrebbe avere il via libera del comitato dei Nove. Il deputato Pdl si è preso personalmente la responsabilità di portare avanti un progetto supplementare con cui risolvere il problema "bavaglio": introdurre l'obbligo di rettifica solo per i siti Internet registrati con la legge sulla stampa e non per i blog amatoriali. Se ne discuterà in queste ore.

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