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Ddl anticorruzione, l’emendamento che salva i leghisti dall’accusa di peculato

Un emendamento al disegno di legge Anticorruzione, proposto dai parlamentari leghisti, potrebbe salvare alcuni esponenti del Carroccio dall’accusa di peculato. A denunciare la richiesta di modifica del testo è la deputata del Pd, Alessia Morani. L’emendamento escluderebbe dall’accusa di peculato chi può dimostrare che la sua azione è stata svolta sulla base di un regolamento di un ente locale.
A cura di Stefano Rizzuti
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Li abbiamo scoperti”, denuncia la deputata del Partito Democratico, Alessia Morani. Il riferimento è a un emendamento presentato in commissione Giustizia al disegno di legge Spazzacorrotti voluto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Una proposta di modifica al testo che, secondo Morani, sarebbe fatta “ad personam” per alcuni esponenti della Lega. E proprio i parlamentari del Carroccio hanno presentato l’emendamento con il quale si vorrebbe cambiare il reato di peculato, salvando sostanzialmente chi è accusato ma può dimostrare che la sua azione sia stata svolta sulla base di un regolamento o di una legge di un ente locale.

L’accusa mossa dalla Morani riguarda in particolare alcuni esponenti della Lega. In un video su Facebook, la deputata del Pd spiega: “Questa notte in commissione Giustizia è stato accantonato un emendamento che contiene una bella legge ad personam sul disegno di legge spazzacorrotti. L’emendamento modifica il reato di peculato, pensate a chi ha una accusa di peculato, magari qualche leghista come Molinari o Rixi che fa il viceministro”. “Modificano la norma – prosegue Morani – dicendo che se quei fondi sono stati utilizzati sulla base di un regolamento o di una legge magari di una regione non c’è più il reato. Questa norma cancellerebbe, se quelli dell’onestà la approvassero, il reato di peculato per qualcuno. Siamo oltre il condono, siamo alle leggi ad personam e mi domando con quale coraggio quelli del M5s pensino di approvarla. Si fermino finché sono in tempo”.

Ma la norma non è detto che venga approvata. Anche perché, come riporta la Repubblica, dal ministero della Giustizia smentiscono che l’emendamento sia stato condiviso dal MoVimento 5 Stelle e quindi, sottolineano ancora, è difficile che venga approvato. L’emendamento è stato firmato da esponenti della Lega: Turri, Potenti, Paolini, Boniardi, Bisa, Tateo, Marchetti, Cantalamessa, Di Muro. Con le modifiche che vogliono introdurre si andrebbe a cambiare l’articolo 314 del codice penale. La nuova versione prevederebbe che il reato per chi si appropria di denaro è considerato tale “salvo che si verifichi nell’ambito di procedimento normato da legge o regolamento e appartenga alla sua competenza”.

Fino ad oggi, in sostanza, se il pubblico ufficiale o l’incarico di pubblico servizio si appropria del denaro che maneggia per ragioni riguardanti il suo ufficio, commette peculato. Con la modifica che vorrebbe introdurre la Lega, invece, il reato ci sarebbe solo se il soggetto maneggiasse denaro che fa capo alla sua competenza nonostante il suo uso non venga previsto da un regolamento interno. Per fare un esempio concreto, se il capogruppo di un partito di un ente locale facesse uso di alcune somme infrangendo il regolamento non potrebbe essere perseguito per peculato ma solo per reati minori, con pene inferiori a quelle previste dal peculato.

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