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Ddl anticorruzione, il Governo pone la fiducia e rinvia la presentazione del maxi emendamento

Il Governo non riesce a rispettare i tempi per la presentazione del maxiemendamento sul disegno di legge anti-corruzione: continua quello che è diventato un vero e proprio (poco onorevole) caso.
A cura di Redazione
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Severino-PatroniGriffi

Uno stallo che va avanti ormai da mesi, con annessa figuraccia internazionale. Perché, pur non volendo prescindere dallo specifico del provvedimento (su cui ogni posizione appare comunque legittima), è chiaro che tra ritardi e responsabilità incrociate, il Governo ed il Parlamento sul ddl anticorruzione si giocano una buona fetta della loro credibilità. Ecco in sintesi il perché della scelta iniziale del ministro Severino di "forzare la mano", presentando un maxi emendamento al disegno di legge "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione", già approvato dal Senato. In buona sostanza il testo avrebbe dovuto seguire quello approvato nelle commissioni affari Costituzionali e Giustizia, compreso il tanto controverso articolo 10 sulla non candidabilitò dei condannati e soprattutto compreso l'aumento delle pene per i reati di corruzione per atti contrari al dovere d'ufficio. Invece ancora un nulla di fatto, con il Governo che non è riuscito a presentare in tempo il testo del maxi – emendamento, come comunicato da Patroni Griffi a Gianfranco Fini:

Presidente, desidero informarla che il governo, nonostante le promesse fatte nelle ultime sedute, non è in tempo nella giornata di oggi per un testo del maxiemendamento. Non siamo riusciti ad onorare i nostri impegni e chiediamo un congruo spostamento dei tempi per la continuazione della discussione del provvedimento

La questione di fiducia che il Governo intendeva porre ha però trovato reazioni opposte e finanche una forte opposizione in Aula, con il capogruppo del Popolo del Popolo della Libertà Fabrizio Cicchitto che ha sottolineato come si tratti di una decisione inopportuna, vista la "disponibilità" alla discussione mostrata dai partiti. Di diverso parere Dario Franceschini, del Partito Democratico, che ha sottolineato invece i ritardi e il tentativo di rallentare a tutti i costi l'adozione di un provvedimento essenziale per ridare credibilità alle istituzioni e dotarsi di strumenti atti ad arginare il fenomeno della corruzione. Contrariato invece il Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha ricordato al Governo come "ci si è venuti a trovare nella stessa situazione di giovedì mattina, con 5 giorni sprecati inutilmente che mortificano il Parlamento".

UPDATE ore 13 – Il ministro Piero Giarda ha appena confermato la volontà del Governo di porre la questione di fiducia su tre articoli (10, 13 e 14) del ddl. Di conseguenza il Presidente della Camera Gianfranco Fini si è visto costretto ad aggiornare la seduta a domani mattina alle 13, con le dichiarazioni di voto cui seguiranno le tre votazioni separate.

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