Ddl anticorruzione e l’ennesimo emendamento “salva-Ruby”
Nonostante scandali e ruberie varie, il nostro Paese ancora non ha una legge severa in tema di lotta alla corruzione. Non sono serviti a niente i richiami all'ordine di Monti e le promesse dei Presidenti di Camera e Senato, così il ddl anti corruzione rischia di restare ancora fermo in commissione Giustizia del Senato tra continui emendamenti e passi indietro. Una situazione a dir poco singolare visto che l'Europa la richiede, il Governo punta ad approvarla al più presto e tutti i partiti si dicono d'accordo, almeno a parole. Il problema è che la legge che dovrebbe dare una sterzata ai diffusi malcostumi della politica e dell'amministrazione italiana, porta con se conseguenze non di poco peso sulle sorti di alcuni processi. Sul piatto infatti ci sono molti interessi di parte a cominciare dai procedimenti giudiziari a carico dell'ex Premier Berlusconi che rischiano di minare la tenuta del Governo. Ultimo blitz in ordine di tempo sul ddl anti corruzione è a cura dei senatori del Pdl Montagna e Galloni che con tre emendamenti in commissione, in pratica una nuova norma Salva Ruby, ritornano a mettere in discussione alcuni cardini del reato di concussione.
Il nodo centrale è l'articolo 317 del Codice penale che prevede una pena da 4 a 12 anni di reclusione per il pubblico ufficiale che, "abusando delle sue qualità o dei suoi poteri, costringe o induce a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità". Il problema è la formula "altra utilità" che fa rientrare nel reato anche la famosa telefonata che Berlusconi fece alla questura di Milano per far rilasciare la giovane Ruby. Più volte dal Pdl hanno cercato di modificare quella parte del testo del disegno di legge anti corruzione restringendo il campo di applicazione del reato di concussione solo al momento in cui si verifichi un'utilità patrimoniale.
Il nuovo emendamento però cerca di restringere ancora di più il campo sostituendo il termine indebitamente con illecitamente con tutto ciò che ne consegue. L'esame degli emendamenti partirà oggi e il presidente della Commissione ha promesso che il ddl anti corruzione verrà licenziato entro metà mese. Gli emendamenti di questo tipo però mettono in serio pericolo l'approvazione del testo visto che da Pd e Idv è stata immediata la levata di scudi. "E' evidente, a questo punto, che l'unico modo per approvare il ddl al Senato sia di farlo nella versione Camera, con il voto di fiducia "ha detto il capogruppo dei Democratici, Anna Finocchiaro, ma il problema è che il Pdl ha già fatto spere di non gradire un nuovo ricorso alla fiducia del Governo come accaduto alla Camera ed è pronto a far cadere Monti e l'Esecutivo sulla norma anti corruzione.