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Datagate, Snowden: “Ho vinto, missione compiuta”

La talpa del Datagate in un’intervista al “Washington Post” si dichiara soddisfatto delle sue azioni e spiega “Sto ancora lavorando per la Nsa, sto cercando di migliorarla”.
A cura di Antonio Palma
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"Per me, in termini di soddisfazione personale, la missione è già compiuta", usa queste parole Edward Snowden per esprimere la sua soddisfazione dopo aver scatenato una crisi diplomatica internazionale con le rivelazioni sulla Nsa americana. Nella sua prima intervista ufficiale da quando, nella scorsa estate, la Russia gli ha concesso l'asilo temporaneo, l'ex tecnico della National Security Agency statunitense spiega nuovamente al Washington Post le ragioni della sua scelta e i risultati ottenuti. "Io non volevo cambiare la società, ma volevo dare la possibilità alla società di decidere se cambiare se stessa" ha continuato Snowden nella lunga intervista al quotidiano americano a cui già aveva affidato le sue rivelazioni scatenando il cosiddetto datagate. "Appena i giornalisti sono stati messi in condizione di fare il loro lavoro, tutto ciò che ho cercato di fare ha avuto una convalida e si è concretizzato" ha ricordato ancora Snowden, che per questo si dice soddisfatto. La talpa della Nsa non si sente un traditor,e come invece lo considera l'amministrazione Usa, e spiega "il giuramento di fedeltà non è un giuramento di segretezza, perché è un giuramento alla Costituzione". "E' un giuramento che ho mantenuto, e che Keith Alexander e James Clapper no" ha aggiunto, riferendosi al direttore della National Security Agency e al direttore della National Intelligence.

"Sto lavorando per migliorar la Nsa" – Snowden ha ribadito che il suo scopo non era quello di gettare discredito sull'agenzia di sicurezza Usa. "Io non sto cercando di demolire la Nsa, io sto lavorando per migliorarla" ha puntualizzato Snowden, aggiungendo "Sto ancora oggi lavorando per la Nsa. Loro sono gli unici che non se ne sono accorti". Snowden dunque non ha avuto tentennamenti, l'unica paura come racconta lui stesso "è stata l'apatia dell'opinione pubblica, che alla gente non interessasse, che non facessero nulla per cambiare".  Sul suo futuro non si sbilancia, ma assicura di non aver firmato alcun patto con russi o cinesi

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