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Danilo Toninelli: “Daremo alla Libia fino a 12 motovedette, ma supportiamo l’Unhcr sui diritti umani”

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, incontrando i rappresentanti dell’Unhcr (l’Alto commissariato Onu per i rifugiati), ribadisce la cessione di 12 motovedette alla Libia. L’operazione si inserisce nel cosiddetto “Piano Salvini”, messo a punto dal ministro dall’Interno per potenziare le forze libiche impegnate nella lotta all’immigrazione illegale.
A cura di Giorgio Tabani
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"Il governo italiano non si volta mai dall'altra parte rispetto all'emergenza umanitaria dei migranti. Cederemo a Tripoli fino a 12 imbarcazioni per i salvataggi in mare, ma diamo all'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati massimo supporto nel loro impegno per il rispetto dei diritti umani e per il nuovo centro aperto di transito e assistenza che sta per essere inaugurato in territorio libico". Questa la dichiarazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, pubblicata sul suo profilo facebook al termine di un incontro con i rappresentanti dell'Unhcr in Libia. "Il governo italiano c'è e chiede all'Europa tutta condivisione e solidarietà", ha ribadito Toninelli ricordando il numero troppo ridotto, "circa 200 casi", relativo all'accoglienza dei richiedenti asilo in Europa. "La Ue collabora troppo poco ed è per questo che il Niger ha deciso di chiudere le proprie frontiere, dopo essersi fatto carico di circa 1.500 bisognosi di protezione internazionale. L'Ue potenzi anche la cooperazione con i Paesi africani di transito per ridurre l'afflusso di persone nella stessa Libia".

Concetti simili Toninelli li ha espressi anche alcuni giorni fa, aggiungendo: "Siamo consapevoli che questo non può bastare e che bisogna lavorare per stabilizzare lo scenario, rafforzare lo stato di diritto e la tutela della dignità delle persone sul suolo del nascente stato libico. Ecco perché stiamo via via intensificando la cooperazione con organizzazioni come l'Unhcr e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, che sono presenti a Tripoli". Il Consiglio dei ministri del 2 luglio scorso, oltre a occuparsi del varo del decreto dignità, ha approvato un altro provvedimento, denominato "Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia Costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell’interno libici".

Nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi si legge che si tratterà di una "cessione, a titolo gratuito, di unità navali da parte del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera italiana e della Guardia di Finanza" alla Libia. L'obiettivo è:

Incrementare la capacità operativa delle autorità costiere libiche, allo scopo di garantire la corretta gestione delle dinamiche del fenomeno migratorio, con specifico riferimento ai flussi provenienti da e in transito in quel Paese, attribuendo priorità alla necessità di contrastare i traffici di esseri umani, di salvaguardare la vita umana in mare e di contenere la pressione migratoria, anche in un’ottica di tutela delle frontiere esterne e di prevenzione di potenziali rischi di infiltrazioni da parte di soggetti contigui alle organizzazioni terroristiche.

Inoltre il decreto autorizza per quest'anno "specifici stanziamenti per garantire la manutenzione delle unità navali cedute" a cui si aggiungeranno, "da parte delle forze armate e di polizia italiane, delle attività addestrative e formative del personale" libico interessato. Il ministro delle Infrastrutture ha specificato che si tratta di "un impegno economico che sfiora gli 1,5 milioni, a fronte di un costo complessivo del provvedimento pari a circa 2,5 milioni". Si parlerebbe di "un massimo di 10 unità navali Cp, classe 500" della Guardia Costiera e "fino ad un massimo di 2 unità navali, da 27 metri, classe Corrubia, in dotazione alla Guardia di Finanza".

L'operazione si inserisce all'interno del cosiddetto "Piano Salvini", un "piano di rafforzamento urgente" delle forze libiche impegnate nella lotta all'immigrazione illegale a cui è stato dato avvio dopo la visita del ministro dell'Interno Matteo Salvini a Tripoli, lo scorso 25 giugno; lo stesso 2 luglio si è poi riunita la Commissione bilaterale italo-libica per darne una prima attuazione concreta. L'ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone, ha sottolineato su Twitter i risultati di questi primi contatti, con un "rafforzamento delle capacità libiche nei salvataggi e monitoraggio delle frontiere sud, accelerazione dei rimpatri e ricollocamenti, miglioramento dei centri".

Toninelli ha accennato al fatto che, con il decreto approvato dal governo, si dia "sostanza a rapporti di partenariato che risalgono al 2008 e che peraltro sono stati rinnovati l'anno scorso". Il ministro fa riferimento innanzitutto al Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 dall'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal dittatore libico Muhammar Gheddafi per chiudere definitivamente il contenzioso legato all’epoca coloniale. All'articolo 19 questo prevedeva l'intensificazione della collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina facendo riferimento – nel caso dell'immigrazione – ai protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007. Nei protocolli veniva stabilita la prima cessione di motovedette italiane alla Libia, compresa anche la necessaria formazione per il personale libico. Allo stato attuale si tratta di fatto degli unici mezzi che la Guardia costiera libica ha in uso: quattro motovedette classe Bigliani della Guardia di finanza, mezzi vecchi e con scarse dotazioni di bordo, per le quali c'è penuria anche del personale formato in Italia. Il governo Gentiloni le aveva riconsegnate alla Libia solo lo scorso anno, dopo che erano state danneggiate durante la guerra del 2011-2012. La consegna era potuta avvenire solo in presenza di un interlocutore legittimo, atto reso possibile dal memorandum tra Italia e Libia firmato il 2 febbraio 2017 da Gentiloni e dal primo ministro del governo di unità nazionale di Tripoli Fayez al Serraj.

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