Dallo Ius Soli all’abolizione dei vitalizi: le 103 leggi in sospeso che rischiano di saltare
Dallo Ius Soli all’abolizione dei vitalizi, dal testamento biologico al reato di propaganda fascista: le leggi in discussione in Parlamento e che sono state approvate da una camera ma attendono il via libera dell’altro ramo sono 103. E alcune di queste hanno un peso specifico rilevante nel dibattito politico, come dimostrato soprattutto nel caso di normative come quella sulla cittadinanza e quella sui vitalizi. Per molti di questi provvedimenti, però, la strada sembra essere in salita sia per un fattore temporale che per uno politico. Il tempo non gioca di certo a favore: sono rimasti pochi mesi prima della conclusione della legislatura e gran parte del prossimo mese verrà dedicato dal Parlamento alla sessione di bilancio. Da un punto di vista politico, invece, c’è l’innegabile problema dei numeri risicati della maggioranza di governo al Senato, soprattutto dopo l’abbandono da parte del gruppo parlamentare di Mdp. Così alcune difficili partite – su tutta proprio quella dello Ius Soli – potrebbero non avere una soluzione semplice.
In totale sono 103 i provvedimenti in sospeso, di cui 69 al Senato, secondo un report pubblicato da OpenPolis nel quale vengono messe al vaglio tutte le misure approvate da un solo ramo del Parlamento. Per tutto novembre il calendario del Senato non prevede altro oltre alla discussione del bilancio. Ed è proprio Palazzo Madama il ramo del Parlamento dove sono in sospeso più provvedimenti. Il governo, peraltro, ha una maggioranza risicata nell’aula del Senato e questo rende ancora più complicato l’approvazione di alcune misure. La commissione Bilancio concluderà i propri lavori sul disegno di legge di bilancio per poter riferire all’assemblea nel pomeriggio di martedì 21 novembre. Entro il 25 è poi prevista la discussione e l’approvazione in aula. Tra i provvedimenti fermi al Senato alcuni sono di particolare rilevanza: l’abolizione dei vitalizi, lo Ius Soli, il testamento biologico, il ddl per la cannabis a uso medico, il ddl legittima difesa, il ddl sul reato di propaganda fascista, la riforma dei partiti e il ddl acqua pubblica.
Alla Camera sono 34 i provvedimenti fermi, il 33% del totale. A Montecitorio la maggioranza gode di un sostegno più ampio e per tutto novembre non sono previste discussioni urgenti come quella della sessione di bilancio, motivo per cui si potrebbe approvare qualcuno di questi provvedimenti in sospeso. Tra questi 34, il 41% riguarda la ratifica di trattati internazionali e la loro discussione è prevista proprio per il mese di novembre. Negli scorsi giorni è stato invece approvato il ddl spettacolo, successivamente – entro dicembre – dovrebbe arrivare il via libera per la legge europea 2017 e il ddl per il distaccamento del comune di Sappada dal Veneto. Ci sono altri provvedimenti in sospeso che sono in esame nelle rispettive commissioni della Camera: il ddl in materia di demolizione di manufatti abusivi, la proposta sul registro delle opposizioni e il ddl whistleblowing.
Le altre leggi che rischiano di non essere approvate
Tra le due camere ballano poi anche altri provvedimenti importanti: Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, disposizioni in materia di conflitti di interessi. disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, modifiche al codice civile, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici, misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista, riconoscimento dell’inno di Mameli come inno ufficiale italiano. Alcuni di questi potrebbero non essere neanche presi in considerazione dal Parlamento, ma altri potrebbero essere discussi e approvati entro la fine della legislatura.
Alcuni dei provvedimenti in sospeso, inoltre, vedranno senza dubbio interrotto il loro iter legislativo, anche perché si tratta di proposte vecchie e superate da altre misure o avvenimenti. È il caso, per esempio, della proposta di istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali proposta dall’allora presidente del Consiglio Enrico Letta nel 2013. Altri provvedimenti sono stati assegnati alle commissioni da anni ma senza che sia mai iniziato il loro esame, come nel caso delle modifiche all’articolo 278 del codice penale in materia di offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica.