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Dalla Corte Ue arriva l’ok alla redistribuzione dei migranti in Europa da Italia e Grecia

La Corte di Giustizia Ue ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro la ‘relocation’ prevista dal Consiglio Ue: i richiedenti asilo arrivati in Italia e Grecia devono quindi essere redistribuiti negli altri stati membri dell’Unione europea.
A cura di Stefano Rizzuti
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La ‘relocation’, la redistribuzione dei migranti che arrivano nei paesi più esposti ai flussi migratori, come Italia e Grecia, è legittima e non può essere bloccata dai paesi Ue. A dirlo è la Corte di giustizia Ue che ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro la ricollocazione dei richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia. I giudici, nella sentenza, spiegano che “il meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015”.

Il ricorso presentato dai due paesi sosteneva che fosse illegittima la decisione del Consiglio Ue di ricollocare per due anni i 120mila richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia. Secondo quanto previsto dal Consiglio, i migranti da redistribuire devono essere ricollocati negli altri stati membri dell’Unione. Parte di questi richiedenti asilo è stata già redistribuita all’interno dei paesi facenti parte dell’Ue.

I ricorsi di Slovacchia e Ungheria sono stati respinti integralmente. La Corte confuta l’argomento secondo cui la procedura legislativa avrebbe dovuto essere applicata dopo una consultazione con il Parlamento europeo. Secondo i giudici di Strasburgo, la procedura legislativa può essere applicata soltanto se una disposizione dei Trattati fa espresso riferimento ad essa. Questo non avviene nel caso dell’articolo 78 del TFUE, motivo per cui non esiste una vera e propria procedura legislativa in merito e la decisione non è quindi un atto legislativo, non richiedendo l’intervento del Parlamento Ue. Inoltre, lo stesso articolo 78 TFUE consente alle istituzioni dell’Unione di adottare tutte le misure necessarie a rispondere in modo rapido a una situazione di emergenza come quella dell’afflusso di migranti.

La Corte rileva inoltre che l’ambito di applicazione temporale della relocation è circoscritto (dal 25 settembre 2015 al 26 settembre 2017) ed è quindi certo il suo carattere temporaneo. I giudici di Strasburgo sottolineano infine che il meccanismo di ricollocazione previsto non sia una misura manifestamente inadatta a contribuire al raggiungimento del suo obiettivo, ovvero aiutare Italia e Grecia ad affrontare le conseguenze della crisi migratoria del 2015.

Da Corte Giustizia ok a relocation, Ue: Avanti con redistribuzione

Tra i primi a commentare la sentenza della Corte di Giustizia Ue c’è il commissario europeo per le Migrazioni e gli Affari Interni, Dimitris Avramopoulos, che su Twitter scrive: “La Corte ha confermato la validità dello schema delle ricollocazioni. È tempo di lavorare nell’unità e attuare in pieno la solidarietà”.

Di solidarietà parla anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, sostenendo che “non è a senso unico”: “Ora bisogna andare avanti con le ricollocazioni e con le procedure d’infrzione avviate contro chi non rispetta la decisione della Commissione”. “Siamo soddisfatti – aggiunge – non avevamo mai avuto dubbi” sulla legittimità della decisione di Bruxelles.

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