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Dalla Camera via libera al Fondo per l’Editoria

Le nuove norme sui contributi pubblici all’editoria approvate dalla camera dei Deputati, tra riordino dei contributi, tagli consistenti e le “solite” eccezioni. Un compromesso che non scontenta gli editori.
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La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge 3305, recante dicitura "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale". Si tratta del noto provvedimento approvato già dal Senato che riorganizza la ripartizione dei fondi pubblici per i giornali cartacei (periodici o quotidiani che rispondono a determinati requisiti). Un percorso tormentato che si è concluso con il via libera della Camera dei Deputati con , che di fatto ha avallato il nuovo regolamento che stabilisce i criteri per l'accesso delle singole testate al fondo la cui entità è stata fissata in 120 milioni.

Confermate tutte le principali "novità" del provvedimento fortemente voluto dal Governo Monti, anche se nella discussione non sono mancate "sorprese" più o meno rilevanti. Dunque, confermata la modifica alla definizione di "testata nazionale" (basta la diffusione in 3 Regioni, con diffusione di almeno il 5% del totale). Testate che, per beneficiare dei contributi, dovranno avere un rapporto al massimo del 25% tra copie vendute e copie distribuite (con l'esclusione dello strillonaggio e delle vendite in blocco). In tal senso entrerà in vigore dal 1 gennaio 2013 la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali quotidiani e periodici attraverso la lettura dei codici a barre. Resta invece il contributo di 2 milioni di euro per i periodici italiani pubblicati o diffusi all'estero (una misura cui si è arrivati dopo non poche polemiche). Tra le norme introdotte, anche quella che esclude  per le imprese editrici di quotidiani e periodici che risultino essere organi di movimenti politici "la possibilità di cumulare richieste di contributi per le testate pubblicate in edizione cartacea con quelle relative alle testate pubblicate in edizione digitale".

Confermato nella sostanza l'orientamento del Senato per quanto riguarda la disciplina dei contributi per le cooperative editrici che dovranno essere composte esclusivamente da giornalisti, poligrafici, grafici editoriali con prevalenza di giornalisti, e dovranno avere la maggioranza dei soci della cooperativa con contratto a tempo indeterminato. I giornali editi da cooperative, unitamente a quelli di partito avranno una quota fissa della spesa pubblica per la comunicazione istituzionale, nonché una parte consistente dei contributi per l'editoria digitale per le "iniziative diffuse a mezzo computer, tablet e smartphone". Tra le altre cose viene "eliminato il requisito di un tetto massimo alle entrate pubblicitarie e sono introdotte semplificazioni per le cooperative di giornalisti che subentrano al contratto di cessione in uso o acquistano una testata che ha avuto accesso ai contributi entro il 31.12.2011".

Cambiamenti anche per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria online che, come ricorda il comunicato ufficiale della discussione al Senato, "rientrerà nel paniere dei ricavi del Sic (il sistema integrato di comunicazioni) su cui si calcola anche il tetto ‘anti posizioni dominanti' del 20%. Le concessionarie di pubblicità sul web dovranno poi essere iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione". I siti web "di piccole dimensioni" otterranno poi delle agevolazioni per quel che concerne le modalità di accesso ai servizi, mentre resta la delega al Governo anche per "la previsione di incentivi per l'avvio di nuove imprese editoriali, per l'innovazione tecnologica e per la multimedialità" e "la ridefinizione del quadro delle competenze, anche in materia di diritto d'autore e comunicazione istituzionale".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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