D’Alema loda Zingaretti: “Pd diventi il suo partito”. Ma lui: “No a leader del passato”
La candidatura di Nicola Zingaretti alla segretaria del Partito Democratico ha già raccolto il giudizio positivo di molti esponenti dem. A questi si aggiunge ora anche un ex esponente del Pd, ora in Liberi e Uguali, che è stato anche presidente del Consiglio: Massimo D’Alema. Intervenendo alla festa de ‘La sinistra’ di Reggio Calabria, D’Alema ha commentato la candidatura dell’attuale presidente della Regione Lazio: “Se il Pd passasse dall'essere il partito di Renzi, che dice ai lavoratori che è contro i sindacati, a favore del lavoro precario, all'essere il partito di Zingaretti, io non sarei indifferente ad un cambiamento di questo tipo”. “Zingaretti – ha aggiunto – è uno che dice che bisogna ricostruire una sinistra, anche una unità della sinistra. E forse non è un caso che lo stesso giorno in cui noi abbiamo perduto le elezioni in Italia, Zingaretti le ha vinte nel Lazio. Prendendo seggio per seggio centomila voti in più di quelli che il centrosinistra ha preso nella stessa tornata politica. Vuol dire che gli elettori hanno saputo distinguere tra il Pd di Renzi alla guida del Paese e Zingaretti. Questo qualcosa ci deve dire. Ci dice che la sinistra può riguadagnare terreno se torna ad essere quella forza che rappresenta il mondo del lavoro ed i cittadini più deboli. È una strada difficile, ma c’è”.
La replica di Zingaretti non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso Twitter. Ma non è stata di certo quella in cui sperava D’Alema. Il presidente della Regione Lazio ha risposto alla domanda di un follower che chiedeva cosa pensasse a proposito di un’alleanza con D’Alema: “Io voglio costruire un progetto nuovo. Il futuro va cercato davanti a noi e non dietro di noi. Ci vuole rispetto per tutti, ma tornare a leader del passato non è la soluzione ma parte del problema. Il cambiamento deve essere radicale e valere per tutti”.
D’Alema è poi tornato a criticare l’ex segretario dem, Matteo Renzi: “La rottamazione è stata una cosa stupida che ha finito per rottamare alcuni leader. Ha finito per distruggere una cultura e ha rottamato diversi milioni di elettori. È stato un grave errore. E questo andrebbe chiaramente detto in un congresso del Pd. Non perché ce l'ho con una persona. Quella persona ormai non c'è più. Il problema non esiste, è superato. Ma perché ritengo che la condizione per tornare a parlare ai cittadini, se si è sbagliato, è riconoscerlo”.
L’ex presidente del Consiglio ha parlato anche dell’attuale governo: “C'è un divario immenso tra la propaganda che fa questo governo e la realtà del Paese. Un divario pericoloso ed il giorno in cui ce ne accorgeremo penso che l'Italia avrà pagato un prezzo già molto alto. In Italia c'è un grande problema e riguarda la percezione del Paese di essere invaso dagli immigrati. Ma come si è formata questa opinione angosciosa che non ha nessun fondamento reale? Si è affermata l'idea che cacciando qualche milione di stranieri risolveremmo tutti i nostri problemi. Ci sarebbe il crollo dell'economia nazionale”.