Dai saggi sullo squadrismo ai fumetti su Mussolini: i libri fascisti dell’editore Altaforte
Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha annunciato la presenza di uno stand che promuoverà l’uscita del libro intervista “Matteo Salvini. Intervista allo specchio”, curato dalla giornalista Chiara Giannini: ed è subito caos. A scatenare la lunga serie di rinunce da parte di numerosi autori alla kermesse letteraria la “natura” della casa editrice che ha pubblicato il volume: la Altaforte edizioni, pericolosamente vicina a CasaPound.
Il direttore del Salone del Libro, Nicola Lagioia, ha chiarito la natura della partecipazione di Altaforte alla kermesse letteraria, sottolineando peraltro l’imprescindibilità dei valori antifascisti in una manifestazione di alto profilo culturale come quella di Torino. In queste ore chiunque abbia potuto prendere parola per esprimere il suo totale dissenso alla presenza della casa editrice lo ha fatto: Wu Ming e Carlo Ginzburg non ci saranno. Ma perché?
La casa editrice di CasaPound: il catalogo
Perché l’orientamento politico della Altaforte è chiaro. Ma se si volesse indagare più a fondo sull'identità di questa casa editrice nata nel settembre 2018 dietro la spinta del quotidiano Primato Nazionale, il giornale del movimento di estrema destra CasaPound, basterebbe dare una rapida occhiata al catalogo di pubblicazioni sul loro sito internet. L’intera proposta letteraria della casa editrice è pensata, si legge sul loro sito, “per chi chiede chiavi di lettura alternative rispetto alle interpretazioni omologate”, e per favorire “la diffusione di una cultura identitaria non allineata”.
Titoli “classici” come "La dottrina del fascismo", il saggio firmato da Benito Mussolini in persona e scritto insieme a Giovanni Gentile nel 1923, o "La Marcia ideale sul mondo della civiltà fascista" di Niccolò Giani, manifesto della Scuola di mistica fascista nata negli anni Trenta con l'intento di "forgiare la futura classe dirigente del Partito Nazionale Fascista". Saggi storici come "Socialismo e movimento sociale" di Werner Sombart, controverso autore tedesco, o titoli più generici come "Fascismo al femminile" e "La morte a grinta dura. Squadristi 1919-1923". E ancora, scritti che spaziano anche nel campo delle arti, come “Il cinema tedesco del Terzo Reich – Da Weimar agli anni di Göbbels”, che racconta della “svolta qualitativa che il Ministro della Propaganda nazista seppe imporre alla settima arte”, come si legge nella presentazione del volume.
Ma l’Altaforte vanta anche proposte più recenti, adatte ad un pubblico più “giovane”: tanti i fumetti, che occupano una buona parte del catalogo, fra cui una graphic novel ispirata alla vita di Benito Mussolini dal titolo "La mia guerra. Diario dal fronte". Si prosegue poi con "Foiba Rossa", dedicato a Norma Cossetto, "giovane donna infoibata dai partigiani titini", e con la graphic novel ispirata alla vicenda di Sergio Ramelli, militante neofascista ucciso negli anni Settanta.
La “cultura identitaria non allineata” di Altaforte è legata a CasaPound anche tramite un editore con un passato in Blocco Studentesco e in Pivert, il brand vicino al partito di estrema destra, e con precedenti penali ottenuti al grido di “duce!duce!”. Francesco Polacchi, che si è sempre detto fieramente fascista, ha anche sempre specificato che la Altaforte non lo è: “è solo sovranista”. Ma i curricula dell’editore e della sua creatura parlano chiaro, al di là della retorica, suggerendo un’unica risposta alle domande sulla vera identità di questa casa editrice.