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Da donna vi dico: vaccinatevi contro l’Hpv, il virus è molto più pericoloso di quanto crediate

Un servizio andato in onda nel giorno di Pasquetta durante la trasmissione Report ha duramente attaccato il vaccino anti-papilloma virus. Da ragazza che in passato ha contratto il Papilloma virus e subito un anno di visite e controlli invasivi, ritengo pericoloso il messaggio di Report e invito chiunque, donne e uomini, a prevenire il contagio da Hpv in ogni maniera possibile.
A cura di Charlotte Matteini
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Quante persone sanno cosa sia il Papilloma virus e quali rischi concreti corra una persona che contrae il virus? La risposta, stando alla mia personale esperienza, è pochissime. Sul tema, purtroppo, esiste grandissima disinformazione, che contribuisce non solo a confondere le idee, ma anche a mettere in serio pericolo la propria salute e quella dell'eventuale partner. Molte, anzi troppe, persone non hanno alcuna idea di cosa sia l'Hpv e sono convinte sia una banale malattia a trasmissione sessuale un po' fastidiosa, ma tutto sommato innocua. Le poche persone che hanno un'adeguata preparazione sul tema molto spesso si sono forzatamente informate proprio in seguito a un contagio e io purtroppo rientro in questa seconda categoria. Tutto iniziò a ottobre 2015: eseguo l'annuale controllo ginecologico previsto dal protocollo e il pap-test restituisce un risultato infausto: ero positiva all'Hpv, era necessario un ulteriore approfondimento per capire che tipo di lesione fosse e, soprattutto, di che grado fosse. Un paio di settimane dopo mi presento in studio per eseguire l'Hpv Dna Test, un approfondimento di secondo livello utile a verificare in maniera più precisa la presenza del Dna del Papilloma virus nelle cellule del collo dell'utero e, contestualmente, capire quale o quali degli oltre cento ceppi esistenti abbiano aggredito la cervice uterina. Nel mio caso anche il secondo responso fu infausto: tra i vari ceppi, infatti, ero risultata positiva in particolare ai due più pericolosi, ovvero l'Hpv 16 e l'Hpv 18, ad alto rischio oncogeno e responsabili della formazione del 70% dei tumori al collo dell'utero.

Il responso dell'Hpv Dna Test mi venne comunicato per telefono. Era il 25 novembre 2015, ero sul tram e stavo andando al compleanno di un caro amico. A un certo punto arriva una chiamata, era lo studio ginecologico: l'esito del Hpv Test era positivo e a questo punto era necessario proseguire con ulteriori approfondimenti, ovvero la colposcopia e la biopsia al collo dell'utero, per capire quale fosse il reale grado della lesione riscontrata dagli esami. Per farla breve, da quell'ottobre 2015 sono stata sotto osservazione per circa un anno, con controlli cadenzati ogni 3 mesi circa. Pap test, Hpv Dna test, biopsie, colposcopie e controlli vari per 12 mesi e per una spesa totale di circa 1000 euro e visite eseguite tutte privatamente nel tentativo di ridurre le tempistiche d'attesa. Fortunatamente si è risolto tutto per il meglio, ma ho passato un intero anno rosa e devastata dall'ansia, vivendo ogni controllo come fosse un calvario e avendo paura di sentirmi dire che la lesione era progredita e poteva essere ancora più pericolosa. Ancora adesso, nonostante mi sia lasciata tutto alle spalle, vivo ancora nel terrore che possa capitare di nuovo.

Esiste un vaccino contro il Papilloma virus, proprio quello attaccato ieri da un'inchiesta di Report, che copre una quantità minima rispetto agli oltre 100 ceppi esistenti, ma che protegge da quelli considerati più pericolosi perché ad alto rischio oncogeno, vaccino che io da adolescente non ho potuto fare perché all'epoca ancora non esisteva. Con il senno di poi, avrei di gran lunga preferito avere la possibilità di proteggermi ed evitare di affrontare quella che io ancora adesso considero una vera e propria odissea. Informatevi, consultatevi con medici ed esperti e date retta ai loro consigli. Prevenite, se potete, ma soprattutto fate i controlli, sempre.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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