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Da Arcimboldo a Chagall, cinque bellissimi quadri dedicati all’inverno

La fredda stagione invernale ha ispirato moltissimi autori, che con i loro capolavori le hanno reso omaggio. Ecco alcune bellissime opere dedicate all’inverno.
A cura di Federica D'Alfonso
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La stagione invernale ha ispirato moltissimi artisti, con le sue atmosfere rarefatte e cristalline, e con il bianco scintillante della neve. In molti casi l'inverno è stato occasione per raccontare, attraverso le immagini, qualcosa di più: uno stato d'animo, un disagio sociale, o semplicemente un momento di riflessione, di introspezione. Pittori come Monet, Chagall e Van Gogh hanno reso celebri i paesaggi delle loro città natali, mentre artisti come Mucha hanno trasfigurato la bellezza dell'inverno in bellezza femminile. Ecco alcuni dei quadri più belli che ritraggono l'inverno.

L'inverno antropomorfo di Arcimboldo

Giuseppe Arcimboldo, Inverno (1563), Kunsthistorisches Museum di Vienna
Giuseppe Arcimboldo, Inverno (1563), Kunsthistorisches Museum di Vienna

Giuseppe Arcimboldo è conosciuto soprattutto per i suoi “giochi” artistici, in cui frutta e verdura sembrano quasi prendere vita e assumere fattezze umane. Questo curioso artista fu attento studioso delle tecniche di Leonardo, a cui deve la riproduzione perfettamente realistica delle fattezze umane, nonché medico, alchimista e mago.

Legato principalmente alla filosofia aristotelica, alla quale le “Quattro Stagioni” si ispirano, i suoi quadri sono caricati di un forte valore allegorico, come nel caso dell'Inverno: secondo il calendario imperiale romano è la prima stagione dell'anno, e lo stesso Arcimboldo gli assegna un valore particolare all'interno della sua composizione. L'Inverno di Arcimboldo è un vecchio con la pelle nodosa, rugosa e rovinata dall'età. Un tronco d'albero assume così le fattezze di un volto scavato, barbuto, e provato dal clima rigido e freddo dell'inverno: i capelli sono un groviglio di rami e foglie, e l'unico tocco di colore sono il limone e l'arancia che pendono da un ramo, simbolo della vita che, anche nel freddo dell'inverno, fiorisce rigogliosa.

"I tetti" insoliti di Caillebot

Gustave Caillebot, Veduta di Tetti, Musée d'Orsay
Gustave Caillebot, Veduta di Tetti, Musée d'Orsay

Impressionista, Gustave Caillebot è di certo meno conosciuto dei suoi colleghi e amici Degas e Monet, ma non per questo la sua arte estremamente affascinante va tralasciata. È il paesaggio cittadino, questa volta, a farsi protagonista della personale interpretazione dell'inverno dell'artista: Nel 1879, Caillebotte partecipa alla quarta mostra impressionista e, tra le tele esposte, figura anche una veduta di tetti, che all'epoca passa pressoché inosservata. Ma la tela è un pezzo importante di arte impressionista, che ha come oggetto la Parigi che pian piano sta divenendo una grande metropoli: il paesaggio urbano innevato di Caillebot sceglie, come in una fotografia, un punto di vista particolare, quello dall'alto, in cui i tetti solitari e innevati della città suggeriscono un'atmosfera notevolmente diversa da quella dei quadri suoi contemporanei.

Il sogno di Chagall, sopra Vitebsk

Marc Chagall, Sopra Vitebsk (1914), Art Gallery of Ontario, Toronto
Marc Chagall, Sopra Vitebsk (1914), Art Gallery of Ontario, Toronto

In questo dipinto, risalente al 1914, Marc Chagall rappresenta la sua città natale, Vitebsk, con l'intensità di colori tipica della sua pittura. Il paesaggio invernale della cittadina russa serve ovviamente da pretesto a Chagall per rappresentare il suo mondo interiore: ma a differenza degli impressionisti suoi contemporanei, la raffigurazione non è drammatica e violentà, bensì onirica, dolce, quasi magica. Non a caso, il protagonista, un viandante, è sospeso in aria, come se volasse.

Il Romanticismo innevato di Friedrich

Caspar David Friedrich, Cimitero del monastero nella neve
Caspar David Friedrich, Cimitero del monastero nella neve

Caspar David Friedrich è stato uno dei pittori che meglio ha rappresentato lo spirito romantico: i suoi dipinti, celeberrimi, traggono ispirazione dai freddi e isolati paesaggi del Nord, dalla solitudine incommensurabile della natura che è la cifra stessa del Romanticismo.

Gemello del più noto “Abbazia nel Querceto”, il “Cimitero del monastero nella neve” ritrae le rovine della abbazia cistercense di Eldena, situate presso la città di Greifswald, distrutta dagli svedesi durante la guerra dei trent’anni. Purtroppo, il quadro in questione non esiste più: andò distrutto nell'incendio della Flakturm Friedrichshain, nel 1945, a Berlino. Questi depositi, per la loro eccezionale solidità e sicurezza, erano stati scelti durante la guerra per mettere al sicuro oggetti, sculture e dipinti provenienti dai musei Berlinesi. Purtroppo, un grave incendio scoppiato nel maggio, ha fatto scomparire qualsiasi testimonianza di capolavori immensi dell'arte, fra i quali appunto il dipinto di Friedrich. Restano solo delle fotografie in bianco e nero del magnifico scenario invernale ritratto dal pittore.

La bellezza invernale di Mucha

Alfons Mucha, Le quattro stagioni (1896)
Alfons Mucha, Le quattro stagioni (1896)

Estremamente raffinate, grazie all'eleganza estetica e alle forme delicate dei soggetti femminili, le opere di Alfons Mucha hanno inventato uno stile a sé stante, innovativo, e per questo a pieno titolo rappresentante della cosiddetta arte "nuova", che agli inizi del Novecento rompe con il passato e sembra anticipare di molto le sperimentazioni del design.

Linee nitide e sicure delimitano le figure, quasi sempre vestite con abiti di gusto neoclassico e circondate da fitti motivi floreali che formano le memorabili cornici dei suoi lavori: come nel caso de "Le quattro stagioni", in cui l'Inverno compare in tutta la sua gelida ed immobile bellezza, rappresentato attraverso i lineamenti di una giovane donna coperta solo da un morbido drappo azzurro.

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