Zerocalcare sulla morte di Cappuccio Rosso: “In Kobane calling la sua lotta contro l’Isis”
In "Kobane calling", albo a fumetti di enorme successo nel nostro Paese qualche mese fa, l'aveva soprannominata "Cappuccio Rosso", una ragazza in lotta in Siria contro Daesh, dopo la condanna a oltre 100 di carcere che gravava su di lei in Turchia per il movimento legato a Gezi Park. E così, il fumettista Zerocalcare, uno dei più migliori disegnatori della sua generazione e caso editoriale in Italia con "L'armadillo furioso" qualche anno fa, ha deciso di ricordare la povera Ayse Deniz Karacagile, morta in combattimento sul fronte di Raqqa in Siria:
E' sempre antipatico puntare i riflettori su una persona specifica, in una guerra dove la gente muore ogni giorno e non se la incula nessuno. Però siccome siamo fatti che se incontriamo qualcuno poi per forza di cose ce lo ricordiamo e quel lutto sembra toccarci più da vicino, a morire sul fronte di Raqqa contro i miliziani di Daesh è stata Ayse Deniz Karacagil, la ragazza soprannominata Cappuccio Rosso. Turca, condannata a 100 anni di carcere dallo stato turco per le proteste legate a Gezi Park, aveva scelto di andare in montagna unirsi al movimento di liberazione curdo invece di trascorrere il resto della sua vita in galera o in fuga. Da lì poi è andata a combattere contro Daesh in Siria e questa settimana è caduta in combattimento.
Lo posto qua perché chi s'è letto Kobane Calling magari si ricorda la sua storia.
"Kobane calling", il fumetto che racconta la resistenza
Come nota lo stesso fumettista, dunque, la giovane, prima di trovare la morte durante l'insensata guerra in Siria, era diventata un personaggio del suo albo a fumetti, "Kobane calling", edito da Bao, libro in cui, attraverso il racconto di tre viaggi nel corso di un anno in Turchia, Iraq, Siria, per documentare la vita della resistenza curda in una delle zone calde meno spiegate dai media mainstream. Zerocalcare ha realizzato un lungo racconto, a tratti intimo, a tratti corale, nel quale l'esistenza degli abitanti del Rojava (una regione il cui nome non si sente mai ai telegiornali) emerge come un baluardo di estrema speranza per tutta l'umanità.