Y OLE’! di José Montalvo contamina la danza al Teatro Politeama di Napoli
Al Teatro Politeama di Napoli, nell'ambito della programmazione del Teatro Stabile, stasera e domani irrompe la danza multi-genere del coreografo José Montalvo, una delle figure più variopinte del panorama coreutico internazionale. Figlio di rifugiati andalusi in Francia, scampati al pericolo franchista, il giovane José Montalvo ha ereditato ed a sua volta rifecondato tutta la tradizione ispanica delle sue origini, riconducendola spesso e volentieri nelle proprie coreografie di marcata visione contemporanea. Personaggio molto noto all'estero, in Italia José Montalvo porta il suo vocabolario meno frequentemente pur annoverando estimatori di critica e pubblico di varia estrazione artistica e culturale. La prima mondiale dell'Y Olé! del giugno scorso a Parigi ha riscosso il consueto successo, aggiornando oltremodo i fiumi di parole spesi per l'immensa cultura coreutica e musicale di José Montalvo, puntualmente messa in scena al Politeama in questa intensa due-giorni. Ancor prima di presentare Y Olé! ci piace raccontare le fondamenta personali ed artistiche dell'uomo ed artista a tutto tondo, cominciando dal suo sodalizio con Dominique Hervieu e dalla loro formidabile capacità di rappresentare la danza con la gente comune, servendosi degli abitanti di quartieri e villaggi incrociati lungo le varie tournée in giro per il mondo. Da qui la conseguente contaminazione di genere, personaggi, forme e contenuti, partendo dall'inconsueto abbinamento della danza con le moderne tecnologie e finanche con l'hip hop. Sin dal 1993 quando firma, a quattro mani con il videoasta Michel Coste, Double Trouble, spettacolo nel quale l'immagine tecnologica entra in contatto con il corpo dei ballerini. Da allora, José Montalvo e Dominique Hervieu hanno creato in mero ordine cronologico Hollaka, Hollala, La Gloire de Jerome A, Pilhaou-Thibaou e Les surprises de Mnémosyne. La Mitrailleuse è stata la prima opera nella quale la danza ha incontrato l'hip hop, seguita poi da Paradis, il cui successo di critica e pubblico è stato trionfale. Esperienze multidisciplinari e contaminanti che hanno attirato inevitabilmente l'attenzione di festival e compagnie che, di volta in volta, si sono aggiudicate l'intellighenzia siamese di José Montalvo e Dominique Hervieu, soprattutto in quella fertile ed adottiva terra francese tanto cara al coreografo dalle intense origini andaluse. Ecco spiegate le direzioni artistiche del duo prima al Centre Chorégraphique National di Créteil et du Val-de-Marne, poi al Théatre National de Chaillot ed infine al Ballet du Nord di Roubaix, ferma restando la decisione definitiva presa con il suo collega-amico Dominique Hervieu di restare a capo del Centro di Crétiel et du Val-de-Marne.
Y Olé! è una miscellanea di generi firmata dal coreografo José Montalvo
La storia familiare di José Montalvo entra in scena con tutta la sua forza esplosiva, partendo dal viaggio della speranza dei giovani genitori andalusi di José alla volta della più serena Francia, scappando alle restrizioni franchiste sempre più asfissianti. Quel viaggio attraverso i colori e le culture vissuti ha segnato la matrice artistica di José Montalvo, spugna di lunga memoria del nostro tempo. Ed oggi Y Olé! è proprio il manifesto di quel viaggio, la miscellanea di forme e contenuti tipica di quel percorso iniziato e portato a termine da un numero indicibile di persone in ogni posto del mondo. Per queste ragioni di fondo, il coreografo ha impreziosito la sua ultima opera con le musiche di Igor Stravinskj assemblate a brani di pop anglosassoni e canzoni tradizionali di tutto il mondo, per un perfetto mosaico coreutico di cui riportiamo le dichiarazioni rilasciate di proprio pugno dallo stesso José Montalvo.
Spesso ci si avvicina al quadro di Pablo Picasso Les Demoiselles d’Avignon e La Sagra della Primavera di Igor Stravinskj come due opere emblematiche della modernità. Questa nuova creazione è come un dittico coreografico in cui volevo accostare un’immagine popolare a un dipinto di Picasso, canzoni popolari a un’opera di Stravinskj. La pièce è composta da due parti musicali molto distinte che giocano con le classificazioni delle culture alte e popolari, senza fonderle, né confonderle. La prima parte dello spettacolo sarà costruita sulla musica de La Sagra della Primavera, capolavoro musicale e coreografico del quale desidero proporre una lettura personale, attraverso una scrittura coreografia meticcia. Vorrei creare una festa di primavera, una celebrazione esuberante della vita. La seconda parte dello spettacolo metterà insieme canzoni tradizionali della mia infanzia e temi anglosassoni della mia adolescenza, quando ho scoperto i grandi maestri che costituiscono oggi il mio museo immaginario coreografico.