Wolfgang Amadeus Mozart: il giallo delle sinfonie rubate ad un compositore italiano
La Jupiter, la Haffner, la Posthorn, la Parigi, la Praga: sono da sempre tra le sinfonie di maggior successo di Wolfgang Amadeus Mozart. Ma secondo due ricercatori italiani, Luca Bianchini e Anna Trombetta, queste partiture così come numerosi altri lavori attribuiti da sempre al compositore tedesco, non sarebbero in realtà state composte da lui. I due studiosi hanno formulatola loro ipotesi partendo da una semplice constatazione, già avanzata in passato da altri esperti: in soli 35 anni di vita Mozart avrebbe scritto circa settecento lavori. Una media di 23 lavori all'anno, una media di due al mese per trent'anni di seguito. Durante i suoi frequenti spostamenti Amadeus passava molti giorni in carrozza: come avrebbe fatto a scrivere così tante partiture, per giunta senza errori?
Bianchini e Trombetta stanno per pubblicare il risultato delle loro ricerche ventennali in "Mozart, la caduta degli dei", una biografia critica dell'autore che intende mettere a fuoco "i punti contraddittori della sterminata bibliografia mozartiana", verificandoli e analizzandoli. I due studiosi si sono basati, nelle loro ricerche, sui manoscritti presenti nel fondo musicale della Biblioteca Estense di Modena, nella quale, spiegano Bianchini e Trombetta, sono conservate "le parti staccate della sinfonia Jupiter, che hanno attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart, ma che lì sono anonime. Quelle dell’anonimo autore sono del 1784 o forse precedenti. La partitura di Mozart, stessa musica, è del 1788, quindi Mozart deve aver copiato da una partitura preesistente, che risale almeno al 1784".
Esistono, nell’archivio modenese, altre sinfonie anonime attribuite poi a Mozart e molte anonime attribuite successivamente ad Haydn. Come è possibile? "La musica poteva essere acquistata da ricchi, arbitrariamente sottratta al vero autore, attribuita ai direttori a servizio dei nobili di turno. Chi acquistava la musica ne deteneva i diritti, compreso quello d’attribuirla ad altri, vincolando al silenzio il vero autore, solennizzando l’accordo col notaio".
Andrea Luchesi, l'autore misterioso
La Jupiter (Sinfonia n. 41, K 551), la Haffner (Sinfonia n. 35, K 385), la Posthorn (Serenata n. 9, K 320), la Parigi (Sinfonia n. 31, K 297), la Praga (Sinfonia n. 38, K 504) e altre opere sarebbero da attribuire ad altri compositori. Un nome fra tutti che spunta fra i possibili autori, è quello dell'italiano Andrea Luchesi.
Esponente del Classicismo, Andrea Luchesi è stato un famoso compositore e organista italiano. Una delle sue prime opere, "L'isola della fortuna" fu rappresentata al teatro di corte a Vienna e lo rese talmente popolare in ambiente tedesco, che Leopold Mozart e suo figlio Wolfgang vollero incontrarlo, durante il Carnevale del 1771. Luchesi in seguito fu anche invitato a Bonn dal Principe elettore di Colonia Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels, e dopo la morte del Maestro di cappella (L. van Beethoven, nonno omonimo del più famoso Beethoven), nel 1774 fu nominato addirittura Kapellmeister. Si ritiene che lo stesso Beethoven, da giovane, debba essere stato grandemente influenzato dagli insegnamenti di Luchesi.
Oltre a diversi altri indizi, esiste una firma di Mozart sotto la quale emerge quella autografa di Luchesi. Bianchini ha spiegato: "I frontespizi dei lavori di Modena vennero strappati. Il nome di Luchesi compare nella partitura d’una sinfonia", precisamente della Parigi, conservata a Regensburg ma che è presente anche nell’archivio di Modena. Anche qui il nome è stato cancellato da qualcuno, che vi ha sovrapposto la firma di Wolfgang Amadeus Mozart.