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Willie Nelson si racconta a 91 anni: “La marijuana non mi ha mai tradito, mi ha reso longevo”

L’autobiografia di Willie Nelson “My Life – È una lunga storia” da oggi è disponibile in Italia. Il cantautore country, all’età di 91 anni si racconta evidenziando i cambiamenti del mercato discografico, soffermandosi anche sulla sua battaglia per legalizzare la marijuana.
A cura di Elena Betti
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Willie Nelson (Getty Images)
Willie Nelson (Getty Images)

Willie Nelson, uno dei più importanti cantautori della storia del country americano e primo a ricevere un disco di platino country, si racconta nella sua autobiografia “My Life – È una lunga storia”, edito Il Castello, da oggi, 16 ottobre, disponibile anche in Italia. Una vita pienissima, come dice lui, una lunga storia, per l’esattezza 91 anni, con dodici Grammy Awards vinti e oltre 100 milioni di dischi venduti. Nel libro racconta tutta la sua vita da musicista dagli anni 60’ ad oggi, infarcendo la narrazione di aneddoti. Racconta i cambiamenti del mercato discografico, la sua musica dal country classico al progressive, fino al cinema. In un estratto pubblicato in esclusiva da Rolling Stone Italia il cantante racconta anche la sua battaglia personale per legalizzare la marijuana.

Willie Nelson: “La marijuana non mi ha mai tradito”

In un estratto dell’autobiografia pubblicato in esclusiva da Rolling Stone, Nelson racconta la sua battaglia per legalizzare la marijuana e ne parla come se fosse sua compagna di vita. Racconta che in molti gli avevano sconsigliato di associare il suo personaggio all’erba, ma lui non li ha mai ascoltati, non preoccupandosi di vedere la sua carriera danneggiata per essersi esposto in una battaglia in cui credeva. “Non potrei mai tradire la marijuana, come non potrei tradire un membro della mia famiglia”, scrive, e questo perché da quanto racconta la marijuana non ha mai tradito lui. “A differenza dell’alcol, non mi ha mai reso cattivo o violento. A. differenza della cocaina, non mi ha mai agitato o pompato l’ego, mi ha sempre calmato e rasserenato”. Il suo è davvero un ringraziamento sincero alla marijuana a cui dice di dovere molto perché “ha contribuito alla mia longevità”.

L’aneddoto dell’arresto e il processo il giorno dei Grammy

Nel 1994 Willie Nelson fu fermato da due poliziotti che lo avevano trovato addormentato sul sedile posteriore della sua auto accostata. Trovarono uno spinello e dell’erba e per questo lo portarono in carcere a Waco con il rischio di doverci passare 6 mesi e pagare una multa molto salata. Nelson pagò la cauzione e uscì, in attesa del processo che si tenne lo stesso giorno in cui avrebbe dovuto suonare ai Grammy. “Decisi di rinunciare ai Grammy e presentarmi in tribunale”, scrive. Quel giorno fu assolto ma tornò a suonare gratuitamente per la Sheriffs’ Association del Texas e a fine concerto lanciò un appello per spiegare quanto secondo lui fosse importante legalizzare la marijuana.

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