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Vittorio Sgarbi, accusato di scrivere articoli copiando da enciclopedie e saggi altrui

Scoppia un caso su un articolo di Vittorio Sgarbi dedicato a Cola Amatrice: Fabrizio Federici sostiene che il critico abbia attinto da “Dizionario Biografico degli Italiani” del ’97. Si parla anche di plagio per citazioni non virgolettate.
A cura di Redazione Cultura
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Il critico d'arte Vittorio Sgarbi
Il critico d'arte Vittorio Sgarbi

Il 28 agosto il critico Vittorio Sgarbi scrive un articolo su Cola Amatrice, su Il Giornale.it e fin qui tutto ok: è il suo lavoro da sempre. Ma pare che i dettagli del pezzo non siano passati inosservati da Fabrizio Federici, storico dell’arte e firma di Artribune, che sicuramente avrà una certa dimestichezza nell'identificare la fonte dei contenuti in materia di arte. Solleva così un caso poiché Federici sostiene che Vittorio Sgarbi abbia attinto per il suo articolo su Cola dell’Amatrice, dalla voce “Cola dell’Amatrice” del Dizionario Biografico degli Italiani redatta da Roberto Cannatà nel 1997.

Un refuso tradisce Sgarbi

Secondo Fabrizio Federici la somiglianza del testo non è casuale ma volontaria. A tradire il copia-incolla sembra essere un banale refuso della voce di Cannatà che riporta “San Lorenzo Sito” anzicché “San Lorenzo Siro”. E per questo episodio le ipotesi non possono che essere due: la prima è che Sgarbi sia accidentalmente incappato nello stesso refuso della suddetta voce o che attingendo dalla stessa non abbia provveduto a rettificare il trascurato refuso. Sgarbi provvede subito a specificare su Facebook:

Per non copiare non dobbiamo scrivere quando è nato Cola dell’Amatrice? Provate a leggere una biografia di Raffaello. E provate a riscriverla: non si tratta di meditazioni personali. Io non ho ripreso nessun pensiero originale dell’amico Cannatà; ho solo riportato elementi esterni, cronologici e toponomastici, tanto più necessari da conoscere e da ricordare in un momento come questo in cui quelle opere sono minacciate, ed è giusto e utile identificarne l’esistenza, come per un inventario, un certificato di esistenza, una carta di identità.

Estrema padronanza dei testi studiati o copia-incolla spudorato?

Indubbiamente Sgarbi avrà trascorso una vita a studiare, verrebbe da pensare che forse possa essere umano assimilare formule e nozioni di testi importanti così poi da riportarle inconsciamente in maniera mnemonica, ma nel caso di Sgarbi pare non sia la prima volta. Qualche tempo fa Francesco Erbani di Repubblica aveva notato un'eccessiva somiglianza fra un saggio del critico dedicato a Botticelli e uno risalente a quarant'anni prima di Mina Bacci. Ed ancora, andando a ritroso per un articolo del 21 agosto scorso su Francesco Furini, pare Sgarbi abbia attinto dal sito d'arte e cultura Settemuse.it e dalla voce su Francesco Furini del Dizionario Biografico degli Italiani del 1998.

Al lettore l'ardua sentenza

Questi sono esempi recenti ma secondo il Blog Finestre sull'arte pare ci siano ancora molti casi, alcuni dei quali riguarderebbero citazioni non virgolettate. A tal proposito aggiunge Federico Diamanti Giannini, ideatore di "Finestre sull'arte", che in questi giorni ha lanciato una riflessione:

Concludo lasciando al lettore le considerazioni sui testi sopra riportati (considerazioni che potranno essere poi affinate e approfondite cliccando sui link di articoli e probabili fonti): starà a lui decidere se è possibile dare a Sgarbi della capra, per usare un efficace epiteto del quale lui stesso rivendica la paternità, e comunque diventato ormai suo inconfondibile marchio di fabbrica, oppure se effettivamente è possibile sorvolare sul nome dell’autore di un brano citato solo perché riporta dati oggettivi.

Preservare la paternità di un testo

Qual che è certo è che le norme accademiche prevedono l'uso delle virgolette nel riportare anche nozioni consolidate e dati obiettivi, se vogliamo avvalerci di questi, così come sono stati formulati in una determinata struttura linguistica da qualche altro autore, che possiamo sì citare ma non usurpare. Un fastidio che può apparire a volte cavilloso se si tratta di biografie e dati storici ma che vale la pena perseguire se si vuol preservare l'effettiva paternità o proprietà intellettuale di un testo.

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