Ville Stabiane, archeologi da tutto il mondo per riportare alla luce l’antica città romana
Si torna a scavare nelle Ville Stabiane, alcune delle più preziose (e sottovalutate) testimonianze di epoca romana a due passi da Pompei. Nello specifico domani, 6 luglio, in un incontro presso il Vesuvian Institute di Castellammare di Stabia, sarà presentato il risultato delle attività scientifiche tenute tra giugno e luglio nel sito archeologico di Stabiae, in particolare a Villa Arianna. Studiosi provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e dall’Università del Maryland incontreranno i referenti italiani della Fondazione RAS per analizzare i risultati e conoscere più a fondo le iniziative e i progetti, passati e futuri per Stabiae.
Durante l’evento i responsabili scientifici dell’Ermitage il dott. Alexander Butyagin (Museo Ermitage, San Pietroburgo) e il dott. Paolo Gardelli (Università LMU, Monaco di Baviera) condivideranno i risultati del lavoro di scavo e di restauro di Villa Arianna. Il professore di architettura dell’università del Maryland, R. Linley Vann spiegherà lo stato dei lavori del modello digitale delle Ville Stabiane.
Scavi Archeologici di Stabia
Le Ville Stabiane si trovano all'interno degli Scavi archeologici di Stabia, nell'area dell'odierna Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. La campagna di scavi iniziò nel 1749, durante il regno di Carlo di Borbone tramite cunicoli, mentre per delle indagini ordinate e sistematiche a cielo aperto bisognerà attendere il 1950. Di dimensioni minori rispetto agli scavi di Pompei e di Ercolano, permettono di osservare un diverso aspetto dello stile di vita degli antichi romani. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce solo una piccola parte dell'antica città: sono visitabili la Villa San Marco, Villa Arianna e il secondo complesso, così come certa è l'esistenza di altre ville, come quella denominata del Pastore o di Anteros ed Heraclo, ancora parzialmente o completamente interrate.