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Vent’anni fa scompariva Federico Fellini, il più grande sognatore di tutti i tempi

Il 31 ottobre del 1993, pochi mesi dopo aver ricevuto dall’Academy l’Oscar alla carriera, scompariva Federico Fellini: il più grande sognatore di tutti i tempi.
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Sono nato appassionato di cinema: da che ho memoria c’è sempre un film che segna i momenti della mia vita; addirittura spesso per ricordarmi a quale periodo appartenga un determinato ricordo, mi rifaccio all’anno di uscita dei film: “Essì era il ’97, vabbè l’anno di Titanic!”. Ho ereditato questa passione da mio padre, che con infinita pazienza collezionava e catalogava i vhs dei film della sua vita, ma fra tutti conservava un particolare e infinito amore per Federico Fellini. E Fellini per me rappresenta il ricordo del mio babbo, che da anni oramai non c’è più: occhiali poggiati sul naso alla Geppetto, la luce riflessa nei suoi occhi quando come un bambino guardava per l’ennesima volta uno dei suoi film più amati, La Strada, ed ogni volta come fosse la prima, mi raccontava gli aneddoti dietro questa o quella scena.

I sogni della mia infanzia hanno il rumore del proiettore di una sala cinematografica: il buio, le nuvole del fumo delle sigarette che galleggiavano sopra le teste, la fila in biglietteria, le risate nel silenzio, il rumore delle tende quando si chiudevano e sapevi che stava per cominciare il film. Sin da bambino i miei sogni sono stati grandi, a colori e in movimento. Fellini e La strada sono arrivati presto nella mia vita, quando ero ancora piccolino, e da allora non mi hanno mai più lasciato. La strada: uno dei successi più grandi di tutti i tempi, tanto che nella decima edizione del premio l'Oscar, dovettero introdurre la categoria di miglior film straniero proprio per premiarlo (sarà il primo di 5 Oscar vinti nella sua carriera). E anche la musica di Nino Rota, composta per l'occasione, diverrà popolare in tutto il mondo e negli Usa si trasforma in una canzone popolare: Star Shine In Your Eyes.

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Sono tantissimi i film che ha girato e che hanno fatto la storia del cinema e non solo: i suoi tristi clown hanno segnato l'immaginario di intere generazioni artistiche. Non c'è autore, regista, scrittore, attore o musicista che non si sia ispirato al girotondo di anime di Otto e Mezzo (con il suo alterego e amico di sempre Marcello Marcellì Mastroianni), ai rimpianti di Amarcord, alle musiche di Nino Rota, alla triste malinconica inattitudine ad un barbaro presente di Ginger e Fred, all'urlo nella fontana di Anita Ekberg ne La Dolce Vita.

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Sono immagini ormai talmente radicate nel nostro immaginario collettivo che molti probabilmente non sanno neppure siano opere della fantasia di Fellini: d'altronde nel tempo è diventato un epiteto e come ironicamente diceva lui stesso, in un'intervista: "Felliniano… Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo". Il suo cinema è racconto del reale attraverso il sogno. Qualcosa di unico, irripetibile, spiazzante, mai visto: è letteratura, teatro, pittura, fotografia e sogno al tempo stesso. Lo dice anche il suo metodo: spesso non c'era sceneggiatura né storyboard, sognava di notte e di giorno metteva a in scena quel che aveva sognato. Ha saputo raccontare come pochi e nella maniera in cui soltanto lui ha saputo fare, il nostro paese, sempre in bilico fra sacro e profano, greve e ideale, sogno e reale. Qui, se volete, trovate un mio racconto del suo cinema e della meravigliosa storia d’amore con Giulietta Masina.

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Il 29 marzo 1993 Fellini riceve dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences l'Oscar alla carriera in riconoscimento dei suoi meriti cinematografici che hanno entusiasmato e allietato il pubblico mondiale". E ricordo bene quel giorno, perché il mio papà, tutte le mattine, prima di andare a scuola, leggeva il suo quotidiano tutto accartocciato mentre fumava con sguardo attento e austero di altri tempi, ma invece quella mattina era felicissimo, perché aveva appena appreso quella bellissima notizia, in un tempo in cui le “news” non arrivavano in tempo reale, ma in differita di qualche ora.

Il 31 ottobre dello stesso anno Fellini scompare: mio padre aveva pressappoco l’età che ho io adesso e lo ricordo molto triste, quasi come avesse perso uno di famiglia. Non capivo perché, mi ci sono voluti anni per comprendere che alle volte la tristezza e il dolore della mancanza puoi provarla stranamente anche per chi non hai mai conosciuto ma ti ha saputo regalare momenti di infinita bellezza, sogni di infinita grandezza.

Sono passati vent’anni, da quando Federico Fellini è scomparso e dieci da quando è stato il mio papà a scomparire: scomparso credo sia la parola più giusta da usare, perché non esclude il ritorno, scomparso, come se fosse un mago, perché dopotutto Fellini è stato ed è il più grande illusionista che si possa ricordare, il più grande sognatore che la storia del cinema ci abbia lasciato. Ed anche mio padre era un piccolo mago, che mi ha regalato quella magia potente che è raccontare le storie, credere nei sogni.

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