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Venduti all’asta i quadri di Hitler: cifre esorbitanti per poca arte e tanto cattivo gusto

In Germania sono stati venduti all’asta alcuni dipinti di Adolf Hitler per la cifra di 400 mila euro. Non è la prima volta: gli appassionati dell’arte del dittatore tedesco sembrano essere tanti, soprattutto i grandi ricchi extraeuropei. Cifre esorbitanti, se si pensa all’effettivo valore artistico stimato per i singoli quadri: pari a zero. Tanti soldi ma soprattutto tante polemiche, che non sembrano riuscire a toccare un mercato forte come quello che si è creato intorno ad un nome: un nome che è evidente, non ha niente a che fare con l’arte.
A cura di Federica D'Alfonso
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La casa d'aste Weider di Norimberga ha venduto alcuni dipinti per un totale di 400 mila euro. Una cifra notevole, se consideriamo l'oggetto dell'asta: ad essere acquistati infatti sono stati alcuni acquerelli realizzati da Adolf Hitler fra il 1904 e il 1922. Si, Adolf Hitler sognava di essere un pittore. Non è la prima volta che "le opere" vengono comprate da acquirenti disposti a pagare così tanto, e il mercato è molto forte, tant'è che abbondano falsi e contraffazioni. L'opera artistica del dittatore tedesco sembra essere al centro dell'interesse di molti collezionisti, e nel mondo dell'arte numerosi sono stati gli studi critici e i tentativi di definire in qualche modo "l'arte" di questo personaggio. Nell'ultima asta un quadro raffigurante il castello di re Ludwig di Baviera è andato via per la cifra di ben 100 mila euro, e l'avvenimento non ha mancato di destare polemiche e perplessità negli addetti ai lavori, sia per il dubbio valore artistico dei soggetti rappresentati sia per l'ovvia ed inquietante sovrapposizione fra "l'artista" e il personaggio storico.

A spendere per i quadri di Hitler sono stati soprattutto i nuovi super ricchi di tutto il mondo: cinesi, russi e arabi, principalmente. "Nonostante la sua pessima fama anche come pittore mediocre oltre che come uno dei massimi criminali della storia dell’umanità, Hitler è una firma i cui quadri alle aste si vendono sempre bene", riporta il Frankfurter Allgemeine. Già lo scorso anno, a novembre, il prezzo di partenza per alcuni dipinti era stato fissato a 4.500 euro, ma secondo la direttrice della casa d'aste bavarese, Kathrine Weidler, le offerte avrebbero potuto raggiungere almeno i 50 mila euro. La realtà è andata dunque ben oltre le aspettative, registrando un vero e proprio record, se si tiene conto dell'effettivo valore artistico dei quadri. "Se ciò accade", ha sottolineato la stessa direttrice, "è solamente per la firma nell'angolo del dipinto". I quadri "sono realizzati perfettamente, ma direi che il loro valore artistico è piuttosto scarso". Viene da chiedersi, dunque, quanto centri il gusto per l'arte e quanto invece il "cattivo" gusto.

uno degli acquerelli dipinti da Hitler intorno al 1910
uno degli acquerelli dipinti da Hitler intorno al 1910

"L’opera non ha alcun valore artistico" continuano a ripetere gli esperti e i direttori delle case d'asta. Nel marzo scorso anche la "Nate D. Sanders" di Los Angeles ha proposto alcune nature morte su tela, dipinte nel 1912, con un prezzo di partenza di 30 mila dollari. "L’unico vago motivo d’interesse", ha affermato la casa d'aste statunitense in occasione della vendita "è che a differenza dei discutibili acquerelli della città di Vienna che associamo all’Hitler pittore, questo è un discutibile acquerello di un vaso di azalee".

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Anche la storia del quadro è, se non discutibile, quanto meno curiosa: l'opera è arrivata fino a noi passando per le mani del collezionista d'arte di fiducia dello stesso Hitler, l'ebreo Samuel Morgenstern, che venne in seguito mandato nel ghetto di Lodz.

È un fatto ormai noto che Hitler tentò l'ammissione all'Accademia delle Belle Arti di Vienna per ben due volte, venendo respinto sia nel 1907 che nel 1908. Il suo vero sogno, a quanto pare, era la pittura. Qualche tempo fa la rivista "Life" ha analizzato l'estetica hitleriana e i quadri prodotti fra 1936 e 1939, un periodo durante il quale Hitler dipinse centinaia di opere: i soggetti preferiti dall' "autore" sembrano essere paesaggi, palazzi, case coloniche o nature morte. Durante la seconda guerra mondiale sembra inoltre che il dittatore avesse la passione di dipingere acquerelli che avevano come tema edifici distrutti dai bombardamenti. La maggior parte degli esperti ha affermato con sicurezza che le doti artistiche del Führer fossero scarse, ritenendo che il motivo per il quale non ha mai eseguito ritratti, o non si è mai spinto nella rappresentazione di persone o animali, è che ne non era capace.

Un altro aspetto che colpisce è il luogo in cui si tengono da parecchi anni le aste sull'arte di Hitler: la Germania. Contrariamente a quanto si può pensare, la vendita delle sue opere non è vietata, a patto che non raffigurino alcuna immagine nazista. La vendita dei quadri di Hitler è legale in Germania, ovviamente se non riportano svastiche o croci della Wehrmacht, che invece sono assolutamente vietate nella Repubblica Federale. Anche se non direttamente collegati all'esperienza storica della dittatura, i quadri hitleriani sono serviti a numerosi studiosi per analizzare la psicologia del personaggio e l'ideologia folle che ne è scaturita. Dunque, riassumendo, Hitler era a quanto pare un pittore fallito, megalomane anche nella sua ossessione per una disciplina che evidentemente, senza nessun dubbio, non gli apparteneva. Perché allora i suoi quadri valgono così tanto, continuano a circolare e ad essere venduti da quelle stesse case d'asta che negano senza mezzi termini il valore artistico della sua produzione? Perché qualche appassionato d'arte dovrebbe voler appendere in casa un quadro con una firma tanto pesante? Puro capriccio?

il dipinto del castello di Ludwig di Baviera venduto per 100 mila euro
il dipinto del castello di Ludwig di Baviera venduto per 100 mila euro

Il collezionismo d'arte è un'abitudine antica, divenuta una parte importante del processo di diffusione e conservazione dei beni culturali, tanto che alcune collezioni private sono andate a costituire il nucleo originario di musei ed esposizioni oggi permanenti (si pensi alla collezione della famiglia Farnese, che oggi riempie gran parte del Museo Archeologico di Napoli). Dunque potremmo dire che il collezionismo, in genere, è parte attiva nella valutazione del valore artistico e culturale di un quadro: esiste un certo gusto che risponde a precisi canoni estetici e di valutazione. Perché se è vero che "è bello ciò che piace", il discorso sull'arte ha delle regole. Che possono e devono essere rivoluzionate. Ma devono esistere.

Lo scrittore belga Emmanuel Schmitt nel romanzo "La Parte dell’Altro" ha provato ad immaginare un'ipotetica vita parallela in cui Hitler viene ammesso all’Accademia d’Arte di Vienna diventando un pittore. Chissà cosa sarebbe accaduto? Probabilmente ci ritroveremmo a fare i conti semplicemente con qualche natura morta di cattivo gusto o con qualche paesaggio cupo e triste, oltre che con evidenti contraddizioni storiche ed artistiche.

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