Vaso apulo trafugato, il Met vuole restituirlo ma “le autorità italiane non rispondono”
Un ennesimo caso sta coinvolgendo in queste ore il Met di New York City, uno dei più importanti musei al mondo. Secondo le autorità (ma anche per la direzione del museo) un vaso apulo di età classica esposto per trent'anni nelle gallerie greco-romane del Metropolitan Museum of Art di New York, potrebbe essere stato illegalmente scavato in Italia e trafugato, passato anche questo – come nel caso di Eufronio – per le mani di Giacomo Medici, l'anziano mercante italiano arrestato nel 1997 e condannato nel 2004 per traffico di opere d'arte.
Il vaso apulo arrivato dall'Italia fu battuto all'asta da Sotheby's nel 1989 per 90mila dollari acquistato dal Met. I magistrati newyorchesi hanno confiscato il bene. Il vaso, un cratere del 360 a.C, sarebbe da attribuire al pittore greco Python, considerato uno dei migliori ceramografi della sua epoca. Si tratta di un vado apulo in perfetto stato di conservazione dell'epoca magnogreca in Italia, quando i Greci finirono sulle coste di Paestum.
A identificare le origini del vaso apulo è stato l'archeologo Christos Tsirogiannis, il quale tre anni fa pubblicò i suoi sospetti su una rivista specializzata e inviò le prove del suo dossier al Met, dal quale fu ignorato. Successivamente si rivolse al sostituto procuratore di Manhattan, Matthew Bogdanos, specializzato in furti d'arte. Lo scorso dicembre il Met ha contattato le autorità italiane, da uci non ha ancora ricevuto nessuna risposta. Al momento il vaso è stato rimosso dalle gallerie in attesa di poterlo restituire al governo italiano.
Adesso si aspetta una mossa da parte delle Istituzioni italiane, che per il momento non sono ancora arrivate, per riportare l'importante cimelio nella terra da cui è stato illegalmente trafugato, con la speranza di riuscire a riportarlo nel luogo esatto dove fu scavato.