Van Gogh, venduta all’asta per 162mila euro la pistola con cui si suicidò
Alla fine la famosa pistola con cui Vincent Van Gogh si suicidò è stata venduta. Tutto passa nella storia dell'arte, storie umane dolore si trasformano fumettoni, passioni enormi e dolore diventano battiti d'asta e sonanti monetine. È stata battuta alla Drouot Aste House di Parigi al prezzo di 162.500 euro, raggiungendo quindi ben oltre il triplo del valore iniziale stimato di circa 50.000 euro. Che per un ferro vecchio arrugginito e malmesso erano già tanti.
Tuttavia quella pistola è appartenuta a uno dei più grandi pittori della storia dell'arte, che si sparò e si uccise. O meglio. Fece cilecca e sanguinò per giorni, prima di spirare. Ad acquistare la pistola, al telefono, è stato un collezionista privato di cui si ignora l'identità. Si tratta di un'arma famosissima una Lefaucheux con cui il pittore fiammingo si sarebbe sparato nel 1890, spirando soltanto dopo due giorni di agonia.
Il suicidio di Van Gogh, un mistero irrisolto
Nel 1965 fu ritrovata da un contadino, attribuita in un secondo momento al pittore per via del luogo di attribuzione e del calibro. Le circostanze con cui Van Gogh si tolse la vita sono tuttora misteriose. La dinamica è stata ricostruita a partire dalle lettere scritte dal fratello Théo che era con lui negli ultimi attimi di vita, ma i dubbi non si sono mai dissipati del tutto.
Dal racconto emerge che la notte del 27 luglio 1890 il pittore ritornò a casa tutto sanguinante dai campi dove era andato a dipingere. Vincent disse di essersi sparato un colpo di rivoltella allo stomaco: "Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca". La sua fine fu molto dolorosa e si protrasse per due giorni tra atroci sofferenze. Proprio quella famosa pistola venne ritrovata settantacinque anni dopo da un contadino e, domani, chissà dove ancora andrà a finire.