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Van Gogh, Freud, Rita Levi Montalcini: il 2018 a teatro è l’anno dei grandi

I grandi protagonisti del ventesimo secolo saranno al centro dell’anno teatrale 2018, tra produzioni più commerciali, d’autore e di impegno civile: il teatro italiano guarda indietro per provare a raccontare le inquietudini dell’oggi.
A cura di Redazione Cultura
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Sarà un anno teatrale all'insegna dei grandi protagonisti della storia, in particolare del secolo scorso. Così si presenta il 2018 teatrale in alcune delle sue più grandi produzioni volte ad attrarre il grande pubblico tramite il racconto, tra luci e ombre, di pensatori, artisti, rivoluzionari che hanno segnato la nostra storia. Dal Van Gogh tormentato di Alessandro Preziosi ne "L'odore assordante del bianco"  a "Freud o l'interpretazione dei sogni" con Fabrizio Gifuni, passando per Rita Levi Montalcini di Giulia Lazzarini in "Le parole di Rita", fino a Thomas Sankara, il cosiddetto "Che Guevara africano", messo in scena da Alberto Malanchino in "Verso Sankara".

A farla da protagonista, dietro i costumi e le scenografie, sarà comunque la grande storia, quella con la S maiuscola, il che riflette un'esigenza contemporanea di ritornare alle radici del nostro presente, provare a raccontarne le inquietudini volgendo lo sguardo indietro. Non solo una coincidenza, dunque. Per questo andranno in scena produzioni come "L'acrobata, ovvero José Valenzuela Levy contro il dittatore Pinoche", raccontato da Cristina Crippa e Alessandro Bruni Ocana. Buona parte dei grandi uomini e donne del ventesimo secolo saranno i protagonisti della stagione teatrale in corso che si dispiegherà nel 2018, che uno dopo l'altro nei prossimi mesi in scena porterà soprattutto parole e ambizioni di chi ha saputo cambiare il corso della Storia.

Ecco allora Martin Lutero ne "Il giorno di un Dio" di Cesare Lievi e di Martin Luther King "I have a dream – Le parole che hanno cambiato la storia" con Valentina Lodovini e Ivano Marescotti, oppure la Hannah Arendt de "La banalità dell'amore" diretto da Piero Maccarinelli, fino ai Mozart di Tullio Solenghi e Giuseppe Cederna, senza dimenticare il teatro civile di "Novantadue. Falcone e Borsellino, 20 anni dopo" con Filippo Dini.

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