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Valeria Parrella: “È allucinante che un ginecologo sia obiettore” (INTERVISTA)

La scrittrice napoletana Valeria Parrella è venuta a trovarci nella redazione di Fanpage.it per raccontarci il suo ultimo lavoro, “Dalla parte di Zeno”, un testo per il teatro in scena al San Ferdinando con la regia di Andrea Renzi, e per parlare di temi d’attualità a cui è molto legata, come l’aborto, i diritti degli omosessuali e l’eutanasia: “In Italia siamo soffocati dal Vaticano, se un medico ha una coscienza governata da un Dio, che faccia il dentista allora perché in questo paese abortire è un diritto”.
A cura di Andrea Esposito
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È venuta a trovarci nella redazione napoletana di Fanpage.it la scrittrice Valeria Parrella per parlarci del suo ultimo testo, commissionato dal Teatro Nazionale di Napoli, che da ieri e fino al 7 febbraio è in scena al San Ferdinando: “Dalla parte di Zeno”, con la regia di Andrea Renzi: "Circa un anno fa mi è stata commissionata una commedia ed io allora mi sono messa a lavoro su una vecchia idea che avevo scartato in precedenza, ispirata allo Zeno di Svevo, ma che poi in realtà è diventata tutt'altro: un uomo la cui coscienza era guidata da un diavolo e un angelo, incarnati da una massaia napoletana e un dandy. Dopodiché entrando al San Ferdinando mi sono resa conto che tutta la parte dei camerini del teatro affaccia in un cortile dove c'è la verticale delle cucine di un condominio. Da lì allora ho pensato che invece dei due personaggi-guida, quest'uomo avesse nella sua testa un intero condominio! Inoltre, lavorando anche sulla forma stessa del teatro e del suo foyer, un grande emiciclo che mi ricordava una sorta di scatola cranica, ho pensato che si prestasse efficacemente a questa metafora di luogo abitato da molte voci".

Con l'occasione di questa nuova collaborazione con lo Stabile napoletano le abbiamo anche chiesto di commentare le recenti polemiche nate dopo la serata del 9 novembre, sempre al San Ferdinando, che la vedevano nell’insolita veste di presentatrice accanto al direttore Luca De Fusco con cui ha un rapporto di collaborazione che dura ormai dal 2011 quando scrisse su sua commissione, e su sua regia, una “Antigone” ambientata nei giorni nostri. A quella committenza seguì poi un altro lavoro, un’“Euridice e Orfeo”, prodotto però dal Teatro Bellini e diretto da Davide Iodice, che debuttò nell’ambito della scorsa edizione del Napoli Teatro Festival Italia di cui De Fusco era direttore, sebbene dimissionario a pochi mesi dal festival. In sostanza, nel mondo del teatro napoletano non sono pochi quelli che di fronte a questo supposto sodalizio hanno storto il naso, essendo entrambi, la Parrella e De Fusco, espressione di mondi sia politicamente che artisticamente molto distanti tra loro.

Ma Valeria Parrella non è certo il tipo di persona che si sottrae alle domande o alle polemiche e ci ha risposto con molta chiarezza: “Io collaboro con lo Stabile prima, e col Nazionale ora, da molti anni e sotto diverse gestioni. Personalmente considero le istituzioni per quello che rappresentano e non per le persone che di volta in volta si avvicendano alla guida. Finché mi viene data libertà artistica sono ben felice di collaborare con un teatro che è il teatro della città”. Mentre rispetto alla serata al San Ferdinando che la vedeva co-conduttrice con De Fusco, ci ha detto: “Non sapevo nemmeno che qualcuno avesse avuto da ridire. L’ho fatto assecondando un po’ il mio spirito pop! Uno scrittore è come un monaco di clausura, vive lontano da questo tipo di polemiche pur essendo io una che parla molto di Napoli e che quindi sta al “gioco-Napoli” che inevitabilmente porta con sé questo tipo di chiacchiericcio”.

Al di là delle piccole polemiche cittadine, il tono dell’intervista si è fatto poi più alto quando abbiamo affrontato temi, a lei molto cari, come l'esperienza politica nella lista "Un altra Europa con Tsipras": "ci credevo molto, era l'unica lista comunista e io sono comunista, ma non lo rifarei mai più" e il diritto all’aborto, le unioni civili, l’eutanasia: “L’Italia è soffocata dal Vaticano e dalla religione cattolica, per me è impensabile che uno che ha una coscienza governata da un Dio metafisico possa fare il ginecologo ed essere obiettore di coscienza. Se una ragazza di 16 anni ha una gravidanza indesiderata e va al consultorio per abortire, in uno Stato in cui esiste il diritto all’aborto, non è possibile che trovi chi gli nega questo diritto”. Sui diritti delle coppie gay invece la Parrella ne fa una questione costituzionale: “Qualcuno mi deve spiegare dove sta scritto nella Costituzione che due persone gay non possano sposarsi! È evidente che si tratta di una negazione di tipo religioso, medioevale secondo me…”.

Rispetto al tema dell’eutanasia, ricordiamo che Valeria Parrella ha scritto un testo, o meglio, ha riscritto una sua versione di “Antigone” di Sofocle: “Io la penso esattamente come Sofocle. Certo lui non poteva sapere che un giorno ci sarebbe stato l’accanimento terapeutico, che le macchine avrebbero potuto mantenere in vita un corpo che non potrà più tornare ad essere persona. Tuttavia Sofocle fa sì che Antigone sfidi le leggi dello Stato pur di dare sepoltura al corpo di Polinice. Una situazione molto simile a quella del caso Englaro in cui Beppino, il padre della ragazza, è Antigone, cioè colui che vuole essere il depositario delle ultime volontà della figlia e della fine della sua esperienza vitale. Non lo Stato, non la Chiesa. Per me quella vicenda è emblematica ed è incredibile come la classe politica non si sia fatta carico di quanto accaduto e da quel momento abbia fatto, finalmente, una legge sul fine vita.

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