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Unesco: 55 siti italiani patrimonio dell’umanità, ma la Cina ci raggiunge

Con l’inserimento delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sale a 55 la lista dei beni culturali italiani tutelati dall’Unesco, ma da oggi il nostro Paese non è più primo in questa classifica. La Cina ci ha raggiunti con due nuovi siti: le rovine archeologiche della città di Liangzhu e le riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori situate lungo la costa del Golfo di Bohai.
A cura di Redazione Cultura
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Getty Images _ Antiche rovine di Liangzhu, Cina
Getty Images _ Antiche rovine di Liangzhu, Cina

Quota 55. Questo il numero di siti patrimonio mondiale dell'umanità in Italia, dopo l'inserimento delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista dei beni tutelati dall'Unesco. Primi in classifica, dunque, ma in coabitazione. Lo stesso comitato, infatti, ha sancito che ad aver compiuto il vero, grande balzo è stata la Cina, che con due nuovi siti Unesco ha pareggiato il Belpaese nella classifica dei siti patrimonio dell'umanità. L'Italia perde dunque il primato di paese Unesco con più siti culturali protetti. La proclamazione dei nuovi siti, avvenuta il 7 luglio a Baku, in occasione della 43esima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, ha portato a 55 i siti italiani tutelati dall’Unesco e allo stesso tempo quelli cinesi. Da oggi, la Repubblica popolare Cinese ha due siti in più iscritti nella World Heritage list: si tratta delle rovine archeologiche della città di Liangzhu e delle riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori situate lungo la costa del Golfo di Bohai nel Mare Giallo.

Unesco, Cina e Italia in testa con 55 siti

In particolare, l'inserimento delle riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori nella lista dei beni tutelati dall'Unesco ci racconta di quanto diversa sia la rappresentazione occidentale che spesso si ha della Cina, come di un paese dedito solo ed esclusivamente all'industrializzazione, che avrebbe poca attenzione per cultura e ambiente. Al contrario, come ha dichiarato Cao Lubao, sindaco della città di Yancheng, situata nella Provincia orientale cinese di Jiangsu, dove si trovano le riserve:

Essere parte della Lista del Patrimonio Mondiale non rappresenta solo un grande onore, ma ci investe di un numero maggiore di responsabilità. Questo traguardo mostra l'impegno irrevocabile della Cina nei confronti della tutela dell'ambiente.

Colline Prosecco: 55 beni Unesco per il Belpaese

Da un lato, dunque, le congratulazioni del Comitato del Patrimonio Mondiale nei confronti della Cina per la notevole prestazione del paese asiatico "nella conservazione del patrimonio mondiale", dall'altro l'Italia che resiste, dopo l'inserimento delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista dei beni tutelati dall'Unesco. Riconoscimento che ha ottenuto il plauso unanime dei rappresentati politici italiani, nonostante le critiche di movimenti e attivisti che in questi anni hanno denunciato più volte lo sfruttamento intensivo di queste colline e della monocoltura del prosecco che starebbe intaccando proprio lo stesso sito riconosciuto oggi dall'Unesco.

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