Una timeline del dissing tra Kendrick Lamar e Drake, da First Person Shooter a The Heart Part 6
Potrebbe essere uno degli scontri più violenti nella storia del rap americano: non stiamo parlando di Jay-Z vs Nas, men che meno dello scontro tra Tupac e Notorious B.I.G.. O dello scontro tra gli N.W.A e Ice Cube. In una parabola più che decennale che vede protagonisti Drake e Kendrick Lamar come due delle superstar musicali più importanti al mondo, per motivi completamente diversi, ciò che è accaduto negli ultimi 20 giorni potrebbe essere qualcosa che influenzerà, seppur minimamente, l'eredità artistica dei due autori. In quella che sembrerebbe una competizione rivolta solo ai due, c'è invece una formazione sempre più ampia di artisti che hanno preso posizione, anche musicalmente, nei confronti dell'uno e dell'altro artista. O almeno, hanno deciso di attaccare Drake, vedendo nell'attenzione del pubblico, anche quello mainstream internazionale, una finestra troppo ghiotta.
E infatti, la "Civil War" del rap americano, meme che si presta perfettamente a riprodurre un posizionamento nel mercato discografico di alcuni autori, vede tra i protagonisti autori come Travis Scott, The Weeknd, Metro Boomin, Future, Rick Ross, ma anche 50 Cent e Lil Yachty. A questi si aggiunge una lunga schiera di "reactioner" sulle varie piattaforme di streaming, da Twitch a YouTube, che finora hanno fornito, in maniera parziale alcune volte, la cassa mediatica necessaria per sovraesporre tutti i dettagli più piccoli nascosti tra le rime dei due autori. Da Dj Akademiks a Kai Cenat, passando per Adin Ross e Joe Budden: questi sono solo alcuni dei volti che potreste trovare nella ricerca delle diss track e dei video che raccontano lo scontro.
In un tentativo di porre alcuni elementi sulla mappa, prima di discutere ciò che è accaduto dallo scorso 6 ottobre 2023 con l'uscita di For All The Dogs, ultimo progetto di Drake, è necessario ripercorrere il trattamento silenzioso che i due autori hanno mantenuto negli ultimi 10 anni. Infatti, ciò che è accaduto nell'ultimo mese non è altro che una resa dei conti, covata negli anni, dai due autori che più volte si sono punzecchiati. Ci sarebbero infatti 31 tracce, appartenenti alla discografia sia di Drake, sia di Kendrick Lamar, in cui i riferimenti all'altro sono abbastanza chiari per poterli definire "attacchi".
Eppure, tra i due, c'è stato inizialmente un feeling che aveva portato lo stesso Drake, pochi mesi dopo aver pubblicato il suo secondo album in studio Take Care, a invitare un giovanissimo Kendrick Lamar nel Club Paradise Tour: insieme a loro anche Asap Rocky. Lamar, dopo quattro mixtape, tra cui l'ultimo Overly Dedicated nel 2010, avrebbe pubblicato il 2 luglio 2011 il suo primo album Section.80. Un progetto che lo porterà anche a collaborare in Buried Alive Interlude di Drake, contenuto proprio in Take Care. Lamar, solo un anno dopo, lo inviterà in Good Kid, M.A.A.D City, nella traccia Poetic Justice. Un richiamo alla pellicola del 1993 che vedeva come attori Janet Jackson, Regina King, ma soprattutto Tupac Shakur. Quest'ultimo ritornerà più volte nella linea narrativa del dissing, con Lamar che vede sé stesso come un alterego di Tupac. In To Pimp a Butterfly, nell'outro del progetto Mortal Man, Kendrick costruirà una conversazione proprio con l'autore, riprendendo alcune sue interviste.
In quello che si potrebbero definire i primi passi di Kendrick Lamar su palchi e arene da 10mila spettatori, a rompere definitivamente l'equilibrio ci saranno due momenti iconici nella storia del rap americano. Il primo è il 14 agosto 2013, quando Big Sean per lanciare il suo secondo album in studio Hall of Fame, pubblicherà il singolo Control. La traccia, per sua sfortuna, verrà ricordata per la strofa di Kendrick Lamar: un attacco allo status quo del rap. Nella traccia verranno citati gli stessi Big Sean, Jay Elettronica, Nas, Big K.R.I.T, Wale, Pusha T, Meek Mill, Asap Rocky, Tyler The Creator e il compianto Mac Miller. Ma soprattutto J. Cole e Drake: Kendrick Lamar ricorda lo spirito competitivo del rap e sembra smuovere il terreno sotto i piedi dei due autori. Mentre per la restante lista degli autori citati si tratta di un grande tentativo di alzare il livello in questo gioco, a sollevare dei dubbi sono Drake, in un'intervista radiofonica con la speaker Angie Martinez. Mentre J. Cole rimarrà in silenzio, ponendo però una pietra sulle possibilità di un tanto decantato joint album, che avrebbe investito lui e Lamar.
Il secondo momento, che cambierà la pelle di un prestigioso premio come i Grammy, avviene solo due anni più tardi, nel 2014. Il 26 gennaio, allo Staples Center di Los Angeles, casa Lamar per intenderci, l'autore di Compton concorre per il miglior album rap con Good Kid, M.A.A.D City insieme a The Heist di Macklemore e Ryan Lewis, Nothing Was The Same di Drake, ma anche Magna Carta…Holy Grail di Jay Z e Yeezus di Kanye West. In un quintetto del genere, incredibilmente, ad aggiudicarsi la vittoria è proprio The Heist di Macklemore e Ryan Lewis. In uno slancio di "umiltà", Macklemore pubblica sul suo profilo Instagram un messaggio inviato a Lamar, affermando che il premio dovesse andare nelle sue mani e che la giuria del premio avesse sbagliato in quel caso: non la prima, men che meno l'ultima volta. E se il silenzio di Lamar allontanò qualsiasi tipo di polemica, poche ore dopo Drake mostrò risentimento nei confronti di Macklemore: "Quel messaggio è patetico. Citare solo Kendrick? Questa cosa mi infastidisce. In quel caso hai derubato tutti: avremmo avuto tutti bisogno di quel messaggio".
E adesso, nove anni più tardi, arriviamo al 6 ottobre 2023: dopo mesi di attesa, viene pubblicato First Person Shooter, contenuto in For All The Dogs di Drake. La collaborazione con J.Cole vede i due più volte fare riferimento a una classifica virtuale su chi abbia dominato nella scena rap internazionale negli ultimi 10 anni. E J Cole fotografa tutto in "Adoro quando discutono del rapper più forte, è K-Dot? È Aubrey (Drake) ? O me stesso? Noi tre grandi abbiamo iniziato un campionato, ma in questo momento mi sento come Muhammad Ali". Nel video ufficiale del brano, Drake indossa i guanti di Michael Jackson, l'ennesimo riferimento alla sovrapposizione con il Re del Pop nella sua carriera, come quando canta: "I ne**i parlano di quando questo si ripeterà. Che ca**o, fratello? Sono a un passo da Michael". Infatti, con l'uscita di For All The Dogs, Drake il 17 ottobre pareggia il numero di singoli primi in classifica nella Hot 100 Billboard: 13 come Michael Jackson.
Bisognerà attendere qualche mese, e con l'uscita di We Don't Trust You, ennesimo collab album tra Future e il producer Metro Boomin, uno dei feat è quello di Kendrick Lamar in Like That. Gli interventi del rapper, soprattutto nelle collaborazioni, non sono mai stati molto frequenti, dopo l'uscita di Damn, la vittoria del Premio Pulitzer nel 2018 e l'uscita nel maggio 2022 di Mr.Morale and The Big Steppers. Togliendo suo cugino Baby Keem, una nuova strofa per Taylor Swift per la Taylor's Version di 1989, non c'è molto altro in giro di Lamar. L'elettricità di Kendrick Lamar in Like That è spaventosa e viene sublimata negli attacchi subliminali a For All The Dogs, da riporre in un "cimitero per animali" al confronto tra Prince e Michael Jackson, con il primo che "è sopravvissuto al secondo". Ma il riferimento più chiaro arriva con: "Pensi che non pubblicherò la mia posizione? Ho ancora il disturbo da stress post-traumatico, fan*** i tre più grandi, ne***, ci sono solo io".
E anche se, chiaramente, l'attacco di Lamar è indirizzato a Drake, il primo a rispondergli con 7 Minute Drill è invece J.Cole. L'autore newyorkese infatti, pubblica il 5 aprile Might Delete Later, lungimirante nel suo titolo, in cui è contenuta la canzone. Nel brano, il riferimento a Kendrick Lamar avviene sulla sua discografia, quando canta: "La tua prima merda (Good Kid, M.A.A.D City) è stata un classico, la tua ultima merda (Mr. Morale and The Big Steppers) è stata tragica. La tua seconda merda (To Pimp a Butterfly) ha fatto addormentare i ne***, ma l'hanno portata su. La tua terza merda (DAMN) è stata enorme e quello è stato il tuo massimo". Il brano è sopravvissuto due giorni su tutte le piattaforme, raccogliendo 15 milioni di streaming su Spotify. C'è solo un però: la reazione del pubblico, soprattutto sulle critiche a To Pimp a Butterfly, hanno scatenato critiche molto forti nei confronti dell'autore. Infatti, il 7 aprile, sul palco del suo Dreamville Festival, J.Cole chiede scusa al pubblico, ritenendo la diss-track la cosa peggiore fatta nella sua carriera, esprimendosi così: "Amate tutti Kendrick Lamar, vero? Anch'io. Quindi voglio solo venire qui e dire pubblicamente come fratello, che è stata la più grande ca*zata che ho fatto. Mi ha fatto sentire come 10 anni fa quando mi muovevo in modo errato. Prego che tutti voi vogliate perdonare un ne*** per il passo falso e che io possa tornare sulla mia vera strada, perché non vi mentirò, gli ultimi due giorni sono stati terribili".
Il dietro-front di J.Cole non ha fatto altro che aumentare il volume delle richieste di una risposta da parte di Drake, che tra il 13 e il 19 aprile ha pubblicato Push Ups, ma soprattutto Taylor Made Freestyle. Nella cover del primo singolo, Drake attacca Kendrick Lamar, la sua altezza e la misura delle sue scarpe (riferendosi anche al titolo del suo ultimo progetto), quando canta: "Come cazzo fai un grande passo avanti se porti 38,5 di scarpe?" o "Non sei nella top 3, Sza ti ha preso il posto, Travis ti ha preso il posto, 21 Savage ti ha preso il posto", continuando con allusioni alla sua etichetta discografica. Nella seconda diss-track, Drake utilizza una delle mosse più oltraggiose nei confronti di Kendrick Lamar. Se il titolo suggerisce un'allusione all'attesa di una risposta di Lamar, in corrispondenza dell'uscita di The Tortured Poets Department di Taylor Swift, la presenza delle voci prodotte con l'AI di Snoop Dogg e Tupac chiudono il cerchio delle mancanze di rispetto nei confronti dell'autore di Compton. L'idea di utilizzare le voci tramite AI di Snoop Dogg, ma soprattutto di Tupac, non sembra esser piaciuta neanche agli eredi del rapper, che hanno richiesta la rimozione del singolo. Nel frattempo, gli stessi eredi, nell'agosto del 2023 avevano venduto lo storico anello di Tupac Shakur all'asta, per oltre un milione di dollari. A comprarlo, Aubrey Drake Graham, riconosciuto a livello internazionale come Drake.
Arriviamo al 30 aprile: da giorni si vocifera su una possibile risposta dell'autore di Compton. Arriva Euphoria, titolo omonimo della serie Tv di cui Drake è tra i co-produttori. Lamar decide di puntare su alcuni punti deboli dell'autore canadese, già evidenziati in The Story of Adidon di Pusha T. Dai tentativi estetici di esser riconosciuto come un artista black, alla sua appartenenza canadese nascosta attraverso diversi accenti. Viene accennato nel testo qualche riferimento alla misoginia di Drake, la presenza del ghostwriting nel suo processo musicale. Il brano è prodotto da Jack Antonoff, braccio destro nella rinascita pop di Taylor Swift, insieme ad Aaron Dessner. Passano solo pochi giorni e arriva 6:16 in LA. È il 3 maggio e questo giorno cambierà la natura del dissing.
Sì, perché in 6:16 in LA, un chiaro riferimento alla saga di Drake, che in For All The Dogs aveva composto 8am in Charlotte, ci sono più letture già dal titolo. I riferimenti potrebbero essere la Festa del Papà, celebrata in Nord-America in quel giorno, richiamando lo stato di potere tra Lamar e Drake. Ma è anche il giorno del compleanno di Tupac, oltre ad essere la data d'inizio del caso d'omicidio che ha coinvolto OJ Simpson. Anche la cover art del brano sembra suggerire l'ultima descrizione, con un guanto nero che potrebbe richiamare uno dei oggetti più iconici durante il processo. Nel brano Kendrick gioca sulla fiducia di Drake nei confronti del suo team, sottolineando come anche le persone che ha attorno sono ormai stanchi del suo lifestyle.
Nel giro di poche ore, Drake risponde con Family Matters: si tratta della risposta forse più feroce dell'autore canadese. Nel brano si fa riferimento alla "mixed-race", termine utilizzato da Drake per descrivere l'aspetto di Whitney Alford, compagna di Kendrick Lamar. Ma non solo, perché nella prima strofa Drake allude alla possibilità di una relazione di abusi e violenze fisiche tra la donna e Lamar. Per poi affermare che "almeno uno dei figli potrebbe essere di Dave Free": si tratta del manager con cui Kendrick Lamar ha fondato il marchio PgLang. Tra i colpi più bassi di Drake, nella strofa finale, il riferimento ad Auntie Diaries: nel brano contenuto in Mr. Morale and The Big Steppers, Lamar racconta la transizione di sua zia. Drake nella strofa afferma di voler parlare con "suo zio" per parlare all'uomo di casa.
In un botta e risposta continuo, Kendrick Lamar poche ore dopo pubblica Meet The Grahams. Ad oggi, si tratta di una delle diss track più feroci nella storia del rap. Paragonabile solo a Ether di Nas contro Jay Z. Nel brano, dopo le allusioni sulla sua famiglia, Lamar risponde tirando in mezzo tutta la famiglia Grahamì. Sei minuti, presentati con una cover art in cui sono presenti oggetti personali che potrebbero esser stati estorti al padre di Drake: Dennis Graham. La prima strofa comincia con una lettera ad Adonis, il figlio di Drake, in cui Kendrick si erge come un mentore, cantando: "Non cadere nel business delle escort" o "Non vergognarsi di ciò che sei, anche se è così che ha trattato tua madre".
Dopo arrivano le strofe per Sandra e Dennis Graham: in queste ci sono allusioni alla natura di sex offender di Drake, paragonato a Harvey Weinstein. Un tratto che colpirebbe anche il suo team: infatti, come suggerisce Complex, Baka Not Nice, uno degli assistenti più vicini a Drake, è stato arrestato nel 2014 per il reato di induzione alla prostituzione di una donna di 22 anni, all'epoca. Nella penultima strofa, Kendrick si riferisce alla possibile presenza di una figlia 11enne nascosta, con cui Drake "non guarderebbe Frozen" per poter scappare nelle isole Turcks e abusare di sostanze stupefacenti. La figura di terapista dei figli di Drake per Lamar si chiude, mentre nell'ultimo verso c'è l'attacco più violento nelle parole dirette all'autore canadese. Dopo aver sottolineato come questo dissing avrebbe dovuto essere "un'esibizione", tutto è cambiato quando sono stati pronunciati i nomi della sua famiglia. Lamar sottolinea i problemi di dipendenza da gioco, alcol, sostanze stupefacenti, ma anche la natura di body-shamer del rapper canadese. Lamar chiude Meet The Grahams sottolineando che non è più una battaglia rap di cui si dovrà occupare dopo l'uscita di questo brano, ma una guerra con sé stesso per tutta la vita.
Passano meno di 24 ore e Kendrick ritorna con Not Like Us. Il brano prodotto da Dj Mustard e Sounwave ha una natura molto più leggera dell'episodio precedente, anche se riprende nella cover Art la villa di Drake a Toronto, in cui appaiono dei markers con cui negli Stati Uniti vengono identificati i colpevoli di reati sessuali. Tra le più geniali e infide rime del rapper di Compton, c'è ancora l'accusa di aver rapporti sessuali con persone molto giovani: "Lui cerca di suonare una corda ed è probabilmente A-Minor (tradotto in ‘La minore')". Successivamente sottolinea come abbia fatto sesso con la ragazza di Lil Wayne, il suo mentore, mentre era in prigione: tatuandosi poi il suo volto addosso nel 2017 come una richiesta di scuse. Poi le accuse al suo team, da PartyNextDoor e l'allusione al suo problema con le droghe a Baka e al suo arresto, collimati poi nella rima sul suo penultimo disco: "Certified Lover Boy? Certified pedophiles".
Lamar risponde anche alla rima sul suo essere "attivista", termine con cui Drake l'aveva definito in Family Matters, sottolineando come gli schiavi di cui parla (e di cui non farebbe parte) hanno costruito la città da cui raccoglierebbe più soldi: Atlanta. Infine sottolinea come abbia avuto bisogno di "Future perché non entravi nei club, Lil Baby ti ha aiutato per migliorare il linguaggio, 21 (Savage) ti ha dato una falsa street credibility, Thug ti ha fatto sentire un mafioso, mentre 2 Chainz ha detto che sei buono, ma ha mentito". Il tutto si chiude con Lamar che canta: "Non sei un collega, sei un fottuto colonizzatore". L'ultimo capitolo, per ora, della serie è la risposta ottenuta lo scorso 5 maggio da Drake con The Heart Part 6, un chiaro riferimento alla saga musicale di Kendrick Lamar. Nella cover, c'è lo screen di un commento con un cuore di Dave Free, riscontrabile in un post su Instagram della moglie di Lamar, in compagnia dei suoi figli.
Nel brano, Drake ammette di aver escogitato un piano per trarre in inganno Kendrick Lamar, sottolineando anche che le allusioni a una sua vicinanza morale a Epstein deriverebbero da Mother I Sober. Drake sottolinea l'aspetto traumatico degli abusi che avrebbe subito a causa dell'assenza paterna. In realtà, in Mother I Sober, Kendrick Lamar sottolinea come anche se suo cugino non l'ha mai molestato, sua madre non gli ha creduto perché vittima di traumi del passato, legato ad abusi fisici e violenze sessuali. In The Heart Part 6 Drake risponde alle accuse di pedofilia, sottolineando come fosse troppo famoso per potersi permettere di far queste cose senza esser scoperto. Una difesa debole, soprattutto notando il caso di R.Kelly: in merito a questo, nelle strofe successive, cita Millie Bobby Brown, sottolineando che non ha mai pensato di aver a che fare con lei. Drake ritorna anche sugli abusi e le violenze fisiche che la compagna di Lamar avrebbe subito dal rapper, sottolineando come la rassicurerebbe se le facesse una chiamata. Nell'outro della canzone, Drake afferma che questa sarà l'ultima diss-track, non facendo alcuna menzione ai reati sessuali del suo team.