Una giovane ragazza realizza opera d’arte per testimoniare una violenza subita
L'arte è sempre un mezzo liberatorio, sopratutto se utilizzato per esorcizzare una violenza subita: è la storia della diciannovenne americana Emma Kranzer, che ha realizzato un'opera a forte impatto emotivo, coinvolgendo con un semplice twitt oltre centomila persone in rete. "Sono stata toccata qui da mia madre e qui da mio padre, qui dai miei amici, qui dal mio fidanzato. E qui da una persona a cui ho detto di no", si denota dalla leggenda, in basso a destra nell'opera, come se il corpo divenisse una mappa topografica delle emozioni e del dolore.
Una figura femminile e colori accesi per testimoniare la violenza subita
Un’opera che evoca coraggio, una vera e propria denuncia, realizzata in occasione di un corso d’arte alla Nebraska Wesleyan University. Così il quadro della ragazza è già divenuto un simbolo. Indubbiamente avrà identificato migliaia di storie simili, storie di chi spesso preferisce dimenticare o di chi, a volte, non ha la forza di raccontare neanche a se stesso vicende drammatiche di questa natura. Nell'opera sono evidenti le tracce che una violenza lascia sul corpo, e restano in mondo indelebile a livello psicologico.
Riportiamo l'opera per intero: lo sfondo grigio e la fotografia di un corpo che si mimettizza su di esso, quasi ad enfatizzare l'essere femminile, nudo e indifeso, impotente difronte alle emozioni come di fronte alla violenza. I segni addosso di mani violente, evidenziate in rosso, sono più incisivi e fanno riflettere per la loro essenziale e nitida espressività, si differenziano, infatti, da quelli delle persone amate dalle "pennellate" più dolci e di altri colori. L’opera è stata realizzata dopo la marcia delle donne contro Trump, dapprima postata su Twitter e a seguire, nel giro di qualche ora, rimbalzata con enorme diffusione su tutti i social.