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Una cavalletta è rimasta incastrata in un quadro di Van Gogh: scoperta dopo 128 anni

Mai nessuno aveva notato lo strano particolare che emerge da una delle tele della serie degli “Uliveti”: una piccolissima cavalletta intrappolata fra le pennellate di colore.
A cura di Federica D'Alfonso
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Una cavalletta è rimasta per più di un secolo intrappolata in un quadro di Van Gogh.
Una cavalletta è rimasta per più di un secolo intrappolata in un quadro di Van Gogh.

Sta diventando l'insetto più famoso del web: una cavalletta è rimasta per più di un secolo letteralmente intrappolata in un quadro. Ma non si tratta di un quadro qualsiasi, bensì di una tela di Vincent Van Gogh. Per tutto questo tempo nessuno aveva fatto caso al curioso particolare nascosto fra le pennellate di colore.

Il piccolo animale è stato notato da Mary Schafer, curatrice del museo d'arte Nelson-Atkins di Kansas City che conserva uno dei quadri di Van Gogh. La cavalletta è passata inosservata per 128 anni grazie al suo colore molto simile a quelli utilizzati dal pittore, fino a quando la piccolissima ala non ha attirato l'attenzione della Schafer: un dettaglio minimo, di corca 2 millimetri di grandezza.

Molto probabilmente, hanno spiegato subito gli studiosi, l'insetto è finito nel quadro per sbaglio mentre Van Gogh dipingeva: l'artista olandese era solito, infatti, dipingere i suoi capolavori all'aria aperta, con lo scopo di rappresentare al meglio ciò che aveva di fronte. Elemento caratteristico, che si nota per l'appunto nella tela conservata al museo Nelson-Atkins ed è confermata dallo strano ospite che giace su di essa.

La serie degli Uliveti

Il dipinto della serie degli Uliveti (1889) in cui è rimasto incastrato l'insetto.
Il dipinto della serie degli Uliveti (1889) in cui è rimasto incastrato l'insetto.

Ma di che opera si tratta? Il quadro in questione è una tela della serie degli Uliveti, dipinti da Van Gogh fra il giugno e il luglio del 1889, di cui una versione più famosa è conservata al Moma di New York. “Qui ci sono dei campi bellissimi con ulivi dalle foglie grigio argento, come salici cimati. Non mi stanco mai del cielo azzurro”: Van Gogh era entusiasta del paesaggio che aveva trovato in Provenza, e amava dipingerne i campi, gli alber, i fiori e l'erba.

Durante i mesi estivi del 1889 Van Gogh dipinse circa quindici uliveti, ognuno con un significato particolare: simboli del ciclo della vita e del divino, il maestro non li rappresenta mai inmodo realistico, trasformandoli volta per volta in una proiezione di ciò che la natura gli trasmette. Nonostante questo l'immagine resta chiara, reale, comprensibile agli occhi.

A volte, quando l’albero mette a nudo i suoi pallidi fiori, grandi mosche blu, coleotteri smeraldo e cicale in gran numero ci volano su, il tutto immerso nel blu puro. Poi, come il fogliame assume toni più maturi, il cielo è raggiante e striato di verde e arancione e poi di nuovo, in autunno, le foglie assumono toni viola del colore di un fico maturo e questo effetto viola si manifesta pienamente con il contrasto del grande sole nel suo alone pallido di luce limone.

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