Un viso simmetrico è un viso più bello? No, lo svelano le foto di Alex John Beck
Quanta simmetria c’è in un volto? Quanta perfezione c’è nella simmetria? E quanta bellezza c’è nella perfezione?
La serie Both Sides Of di Alex John Beck sembra dare risposta a queste domande attraverso lo sguardo obiettivo della macchina fotografica. Spieghiamo subito in cosa consiste il progetto che esplora le due parti di un volto, e chiariamo immediatamente che quelli che vedete nelle coppie di foto non sono gemelli, ma la stessa persona ritratta due volte a partire da un unico scatto originale.
Alex John Beck immortala il volto di una persona, frontale, come in una fototessera. Da questo primo scatto fa nascere due ritratti, raddoppiando specularmente la parte destra e poi la parte sinistra del viso. Dunque le coppie di foto che vediamo propongono due volti in sé perfettamente simmetrici nati dal rispecchiamento su se stessa di ogni metà della faccia.
Il risultato è sorprendente e anche un po’ inquietante. I due ritratti sono diversi – alcuni in maniera davvero eclatante – a dimostrare così che il nostro viso è pieno di asimmetrie e, in questo senso, imperfetto. Eppure, quei visi “perfetti” perché assolutamente simmetrici non sono propriamente belli, ma al contrario hanno un che di innaturale, quasi di spaventoso, e paradossalmente raddoppiano i difetti che possono esserci su ognuno dei due lati del volto.
Il progetto del fotografo inglese, ormai newyorkese acquisito, parte dal desiderio di intaccare due credenze comuni: che un volto perfettamente simmetrico è più bello in assoluto, e che il viso è rappresentativo della personalità e del carattere. Con la serie fotografica che considera separatamente le due metà di una faccia, Alex svela due cose: in primo luogo che le differenze solitamente impercettibili tra un lato e l’altro di un viso diventano enormi se affiancate su un “doppio ritratto” di entrambi i lati; in secondo luogo che i due volti simmetrici, nati da un volto asimmetrico, possono avere espressioni completamente diverse. Per esempio, una serena, l’altra accigliata, quando incredibilmente di solito sono compresenti su uno stesso viso senza contrasti stridenti.
Both Sides Of potrebbe quasi svelare il dark side di una personalità, il Mr Hyde di ognuno di noi, ma soprattutto dimostra l’artificiosità della perfezione e, al contempo, il fascino dell’imperfezione. In ogni caso, chi vorrà comunque sottoporre la propria faccia a questo esperimento si troverà a scegliere, non più il profilo, ma il proprio lato migliore.
Alex John Beck, che lavora per clienti come Ralph Lauren, New York Magazine, UNICEF o Christie’s, sembra proseguire la sua indagine sull’individuo in altri progetti indipendenti: interessanti, ad esempio, i 45 Minute Portraits, ritratti singoli di persone a cui il fotografo ha chiesto di sedere su una sedia all’interno del suo studio, senza fare altro e senza distrazioni per 45 minuti. Tre quarti d’ora, il tempo di dimenticarsi dell’obiettivo. Dopo i 45 minuti veniva scattata la foto e dopo lo scatto il soggetto veniva intervistato sull’esperienza appena vissuta: qualcuno aveva raggiunto uno stato di trance, qualcun altro aveva apprezzato il totale relax, altri avevano rischiato di addormentarsi, ma per tutti era stata una prova affascinante.
A metà tra foto di moda e ricerca sull’individuo, i Clean Portraits ritraggono modelle della famosa agenzia newyorkese DNA. Primi piani o figure intere ma in pose naturali, scatti rubati e soprattutto corredati di appunti scritti a mano che svelano curiosità o aneddoti sulle top model fotografate: dalla provenienza al piatto preferito, dal rapporto con gli animali domestici ai gusti musicali, dagli hobbies alla squadra del cuore; gli appunti sono compilati in parte dalle modelle stesse e arricchiti con disegnini o cancellature, così da mostrare la semplicità e la simpatia di quelle donne, una volta scese dalle passerelle.
Nella nostra fotogallery tanti esempi dei DNA Clean Portraits, dei 45 Minute Portraits e dei ritratti simmetrici di Both Sides Of.
(Per tutte le immagini, Photo credit: Alex John Beck)