Un diciannovenne che spacca tutto e un ottantenne che ripulisce: questa è l’Italia che vogliamo
#SANSATIRA Giorno uno. Quello che state per leggere è il racconto di ogni puntata del settantatreesimo Festival di Sanremo attraverso la lente d’ingrandimento della satira: il festival della canzone italiana visto secondo le regole dalla par condicio.
E proprio come in una sua famosissima canzone, Gaber – maestro della canzone italiana – si domandava "cos'è la destra? ma cos'è la sinistra?" cercando di identificare alcuni comportamenti dell'italiano medio, io lo farò con ogni serata del più grande spettacolo medio d'Italia. E direi che considerando l’inizio della prima puntata mai lettura fu più appropriata.
Prima di cominciare però credo che sia necessario precisare che questo articolo non è trasparente ma mi è stato disegnato addosso: ecco, chiarito questo possiamo procedere.
Innanzitutto sarebbe opportuno chiedersi se il Festival in sé sia di destra o di sinistra ma su questo non vi è alcun dubbio: è lo spettacolo nazional popolare per antonomasia, quindi appartiene a tutte e a tutti, e di conseguenza ovviamente è democristiano. E a conferma di ciò vi è – come dicevo – l’apertura di puntata con ospite, per la prima volta in 73 edizioni, nientepopodimeno che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ovvero la prova vivente e inconfutabile dell’immortalità della Democrazia Cristiana. A coronare il tutto l’immortale Gianni Morandi – vessillo intramontabile di un’Italia dei buoni sentimenti, del “si stava meglio quando si stava peggio”, “avevamo poco ma sapevamo divertirci” – canta l’inno italiano come se stesse suggerendo a qualcuno di farsi mandare dalla mamma a prendere l’inno, in un tripudio di retorica e melodramma con un bell’arrangiamento che sembra venuto fuori da un film della Pixar.
Qui però scatta il primo problema non risolto di par condicio: nel cantare “Fratelli d’Italia” non hanno pensato di aggiungere qualche verso con il PD:
“Fratelli d’Italia ma anche PD – delle Cinque Stelle s’è cinta la testa. Dov’è la vittoria, le porga la Lega – che schiava di Roma iddio la creò.” E vabbè poi alla fine bastava urlare Forza Italia e il gioco era fatto.
Ovviamente il Presidente è seduto in disparte, in un palchetto laterale ad osservare tutto di sbieco, a ricordarci che in Italia esiste sempre e comunque una regia occulta. E in ogni caso dopo un quarto d’ora se n’è andato.
Benigni non è più l’enfant prodige, simbolo anti-sistema che bestemmia ininterrottamente per un quarto d’ora o che strizza le intimità di Pippo Baudo, ma è pur sempre Benigni, e non credo ci siano dubbi sul fatto che lo si possa mettere a sinistra anche perché quei pochi riferimenti all’attualità che ha fatto erano decisamente caustici e diretti: a proposito dell'articolo 21, ‘tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero'. Se l’hanno scritto vuol dire che ce n’era bisogno, è l’articolo per me più importante, l’architrave di tutte le libertà dell’uomo, è più semplice e il più forte, non ci si può dimenticare perché prima della Costituzione durante il ventennio fascista non si poteva pensare liberamente, non si sarebbe potuto fare neanche il Festival di Sanremo perché c’era una canzone sola, sempre la stessa, la propaganda. L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura, pensate quant’è meraviglioso, lo dobbiamo ricordare perché tutto ciò che abbiamo ci può venire tolto da un momento all’altro".
E siamo solo all’inizio, molto istituzionale, molto boomer, molto democristiano, molto italiano (cit).
Con la prima cantante, Crudelia de Mon, ha inizio ufficialmente la gara e subito dopo Gianmaria: anche qui grande scelta democristiana di accostare la rappresentante dei boomer (Anna Oxa per chi non avesse visto) con il primo della generazione zeta. E per sottolineare la condizione di eguaglianza consegna i fiori anche a lui, specificando che in questo festival regna la parità di genere – almeno per quel che riguarda i fiori – spostando leggermente il tiro a sinistra.
E a proposito di parità di genere arriva l’ingresso tanto atteso di Chiara Ferragni: il suo “leggero” accentino lombardo non rende l’ascolto piacevolissimo, ma si fa portatrice di messaggi necessari e importanti e la natura femminista delle sue parole basta a collocarla decisamente a sinistra. Mi permetto un solo suggerimento: forse, nel suo monologo, avrebbe dovuto parlare un poco più di se stessa, mi è sembrata troppo poco egoriferita.
A perfetta chiusura del suo monologo sulla difficoltà di essere donna in Italia, di dover subire continue discriminazioni e frustrazioni, i due maschi alpha ci tengono a precisare con fare sornione che, udite udite: “l’ha scritto tutto lei, tutto da sola, ogni parola!” Wow roba da non crederci: una donna che sa scrivere!
Mr Rain è decisamente collocabile a destra per la scelta di farsi accompagnare da un coro di bambini, scelta inequivocabilmente conservatrice anche se credo che le cose siano più o meno andate così: "Oooohhh raga ideona: se mettiamo un bel coretto di bambini ci mandano a cantare sempre prima delle 22 eh eh eh!!!" – "GE NIO!"
Mengoni, in abito Villagge People, decisamente di sinistra, “Bella belinda, innamorata, parla da sola con l’insalata”, un testo chiaramente sessista e omofobo, uno scivolone decisamente di destra; Ultimo, coatto ribelle di periferia lo possiamo sistemare a destra senza alcuna tema di smentita, Piero Pelù, sa va sans dire, è di sinistra, una sinistra molto boomer ma pur sempre sinistra e non può che far sventolare la bandiera della pace con orgoglio.
I ComaCose ovvero la famiglia Addams un po’ più colorata e hypster, di sisnistra, lo stacchetto con Poltrone e Sofà senza dubbio di destra e poi il giallo che ha sconvolto il web: “dov’è finita la voce di Roby Facchinetti?”
Elodie: una mattina nel 2017 ero sul pulmino di rientro dell’aeroporto di Linate e c’era anche lei. Ci siamo guardati per due secondi e mezzo. Non lo dimenticherò mai.
Su Ariete e altri giovani cantanti in gara non ho, ahimé, molto da dire se non che appartengono alla categoria tanto amata dai boomer “E questa/o chi cazzo è?” In tono decisamente meravigliato e interrogativo e non critico.
Salmo che si butta in piscina dopo essersi svuotato le tasche ma con il microfono non è di destra né di sinistra, è soltanto pirla; Leo Gassman senza alcun dubbio democristiano.
Un diciannovenne che spacca tutto e un ottantenne che ripulisce: questa è l'Italia che vogliamo.
Blanco fa quello che era previsto, niente di più e niente di meno, basta guardare il video del pezzo in questione per capirlo, e Gianni nazionale con scopettone ripulisce le macerie della giovinezza: intanto si scatenano i complottisti e scopriamo che Blanco è un agente segreto di Qanon.
Io credo fosse una perfetta rappresentazione di quello che sta succedendo in questi giorni all’interno del PD.
E noi che speravamo in qualche guizzo di Gianluca Grignani che invece si presenta garbatamente e con classe, travestito da Califano.
I cugini di campagna travestiti da Maneskin rappresentano la sinistra ortodossa che non si arrende mai a nulla quella da zero.tre per cento, Olly decisamente di destra.
Tutta la pantomima dell’apertura del profilo instagram di Amadeus molto, molto di destra: una diretta della diretta mentre sono in diretta, con gente che guardava una diretta mentre assisteva ad un’altra diretta, sarebbe tutto molto meta-narrativo se non fosse meta-ridicolo.
I Colla zio sembrano Fabio de Luigi che fa l’imitazione di una boy band dei favolosi ’90, Mara Sattei chiude la gara con stile, bravura ed eleganza in un tripudio democristiano.
La lunghezza esagerata del tutto decisamente di destra perché non si preoccupa dei lavoratori e delle lavoratrici che devono svegliarsi fra 4 o 5 cazzo di ore… scusate mi stavo trasformando in Blanco.
Ma comunque non c’è niente da fare alla fine si muore tutti democristiani, dopo tutto “Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra: è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra.”