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Umbria, sei capolavori del Rinascimento salvati dal terremoto

È stato possibile grazie al progetto di restauro conservativo avviato mesi fa dal Museo di San Francesco di Montefalco: le preziose testimonianze del primo Rinascimento umbro scampate al terremoto, simbolo per la ricostruzione.
A cura di Federica D'Alfonso
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"Madonna con Bambino", Francesco Melanzio, Museo di San Franceso di Montefalco
"Madonna con Bambino", Francesco Melanzio, Museo di San Franceso di Montefalco

Sono trascorsi quasi due mesi dal sisma che nell'agosto ha colpito l'Italia centrale; molto tempo, durante il quale il terremoto non ha dato pace agli abitanti dei paesi più esposti alle scosse, ma in cui la ricostruzione per tornare ad una vita “normale”è iniziata. L'arte, e la cultura, sono due elementi essenziali affinché ciò sia possibile. Ed esiste una storia, quella del Museo di San Francesco a Montefalco, che testimonia come l'arte di debba e si possa salvaguardare: da mesi, il Comune aveva ottenuto un contributo economico per un progetto di restauro conservativo per alcune delle opere conservate nella Pinacoteca.

Nell'ottobre i lavori sono stati avviati, ed oggi si possono considerare quasi conclusi: una piccola testimonianza, un piccolo granello di sabbia nella ben più tragica situazione di quelle terre, che però fa sperare per il futuro. Ben sei opere, tutte appartenenti al primo Rinascimento umbro, con artisti di rilievo come Niccolò l'Alunno e Francesco Melanzio, e luoghi suggestivi come la chiesa di Santa Maria di Turrita, sono sopravvisuti e tornano a vivere oggi.

I sei capolavori del Rinascimento umbro

Scene di vita di San Francesco, Benozzo Gozzoli
Scene di vita di San Francesco, Benozzo Gozzoli

La prima opera oggetto del restauro, proveniente dalla chiesa di San Fortunato, è stata una tempera raffigurante la "Crocifissione con San Francesco", appartenente alla cerchia di Niccolò l'Alunno e risalente al XV secolo. Si tratta di una scena drammatica, messa in risalto dal rosso acceso degli abiti e dal cielo scuro, sul quale si stagliano i personaggi: la Madonna, con le mani rivolte verso il figlio, la Maddalena e San Francesco, insieme a San Giovanni, ai piedi della croce. Interessante testimonianza del Rinascimento umbro, l'opera è firmata da Niccolò di Liberatore, detto l'Alunno: questo fu l'unico artista, insieme al Perugino e al Pinturicchio, ad essere ricordato ne "Le Vite" del Vasari.

La lista comprende poi un dipinto a tempera raffigurante il "Cristo Crocefisso" proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino, questa volta di Jacopo Vincioli, e una “Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano, Fortunato, Severo e Chiara” di Francesco Melanzio, risalente al 1448 e proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Turrita. Quest'ultimo dipinto, di grande rilievo stilistico, venne secondo le fonti realizzato nel mese di Dicembre, per onorare la Vergine Maria. Insieme a lei, compaiono i santi San Sebastiano e San Fortunato, a destra San Severo e Santa Chiara da Montefalco.

Madonna con Bambino (particolare), Francesco Melanzio
Madonna con Bambino (particolare), Francesco Melanzio

Il restauro ha anche permesso di recuperare alcuni sportelli dipinti a tempera raffiguranti le “Storie di vita di Cristo e Madonna del latte”, di un anonimo pittore di Foligno della metà del Quattrocento. Anche in questo caso, si tratta di un'opera proveniente da Santa Maria di Turrita, nelle vicinanze di Montefalco: la chiesa risale al XII secolo, e in origine vi era annesso un monastero benedettino, successivamente abbattuto. Contiene affreschi di grande rilievo come quelli di Giovanni di Corradduccio e di Bartolomeo da Miranda. In questo caso, il recupero degli sportelli dipinti è interessante poiché riporta un tema assai diffuso nell'antichità, la Madonna del latte, o “virgo lactans”, centrale nell'icononografia cristiana: la Madonna è rappresentata con il seno scoperto, colta nel momento dell'allattamento o in procinto di farlo.

Fra gli altri recuperi più significativi, altri due anonimi: una tempera raffigurante "La Pieta'" di un pittore umbro del 1330 circa, donazione di Stefano Antonelli, e uno che riporta il "Cristo crocefisso", di un pittore spoletino, proveniente dalla chiesa di Santa Maria della Selvetta.

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