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Uffizi, i giudici USA condannano i bagarini americani al pagamento di 120mila dollari

La Corte Federale dell’Arizona, negli Stati Uniti, ha stabilito che la società colpevole di usare abusivamente il nome degli Uffizi per rivendere a prezzo maggiorato i biglietti di ingresso al prestigioso museo italiano dovrà corrispondere le spese legali del processo, pari a 120mila dollari americani. Per il direttore Schmidt si tratta di una “sentenza storica contro i vampiri della rete”.
A cura di Redazione Cultura
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Le Gallerie degli Uffizi vincono il secondo round nella battaglia contro i bagarini statunitensi. La società americana che, secondo i giudici, usava indebitamente siti contenenti il nome degli Uffizi per vendere biglietti a prezzo maggiorato, e che dopo una sentenza della Corte Federale dell'Arizona ha dovuto interrompere la pratica in quanto abusiva, adesso dovrà corrispondere al museo fiorentino il pagamento delle spese del processo pari a 106 mila euro pari a 120 mila dollari statunitensi. Eike Schmidt, direttore del prestigioso museo italiano, ha espresso soddisfazione giudicando questo nuovo provvedimento del tribunale americano una "conferma definitiva della prima grande vittoria contro i vampiri del web, ora avanti nella lotta".

Oltretutto il fatto che la Corte Federale dell'Arizona abbia poi addossato alla società colpevole di aver abusivamente utilizzato il nome degli Uffizi per vendere biglietti maggiorati ai turisti anche il rimborso delle spese legali per il processo che quattro mesi fa aveva portato a una prima condanna, è ritenuto un fatto di rilievo dallo stesso Schmidt:

Nel sistema giuridico americano è raro che che il giudice condanni al pagamento delle spese legali del procedimento, ma, secondo i magistrati federali dell'Arizona, stavolta ciò è pienamente giustificato dalla gravità del comportamento della nostra controparte è la conferma definitiva della nostra grande e difficile prima vittoria nella lotta contro i vampiri della rete. Una lotta che non si ferma certo qui, ma prosegue ancora più dura per debellare questa piaga.

Il precedente: gli Uffizi contro i bagarini USA

A febbraio scorso, una sentenza storica aveva definito illegale l’uso da parte di terzi lo sfruttamento di domini con la parola Uffizi. Per la prima volta un tribunale americano aveva vietato l'utilizzo da terzi dei domini uffizi.com, uffizi.net, uffizigallery.com, uffizigallery.net, uffizigallery.org e altri del genere che, secondo le rimostranze delle Gallerie degli Uffizi, difatti facevano bagarinaggio online, danneggiando la struttura museale.

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