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“Uccidere Hitler”: il libro che svela i complotti mai raccontati per uccidere il Führer

Danny Orbach usa tutto il suo sapere di storico e l’esperienza come membro dell’intelligence per ricostruire le vicende, mai raccontate, degli uomini che per anni cercarono di eliminare Hitler, e l’incubo del nazismo.
A cura di Federica D'Alfonso
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Gli uffici della Wolfsschanze dopo l'attentato del 20 luglio 1944
Gli uffici della Wolfsschanze dopo l'attentato del 20 luglio 1944

Il 14 settembre del 1930 il partito Nazionalsocialista diventa la seconda forza politica del Paese. Due anni dopo, nel luglio del 1932, quello nazista diviene il primo partito rappresentato al Reichstag, e l'anno successivo, Adolf Hitler viene nominato cancelliere. Inizia così una delle pagine più oscure della storia mondiale: tutti i partiti politici vengono messi fuori legge, la maggior parte dei diritti garantiti dalla Costituzione di Weimar vengono aboliti e alle minoranze questi vengono tolti del tutto. È storia nota, almeno in gran parte. Ma i libri di storia e il mondo accademico ancora s'interrogano sugli aspetti più nascosti, più controversi, taciuti, del regime nazista: come fa il professor Danny Orbach nel suo libro in uscita per la collana “Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali” di Bollati Boringhieri Editore, “Uccidere Hitler”.

La storia sulla quale s'interroga Orbach, docente presso il Weatherhead Center for International Affairs di Harvard e insegnante di Storia e studi asiatici alla Hebrew University di Gerusalemme, è quella più intricata e difficile da definire dell'epoca: ovvero quella relativa alla cospirazione clandestina antinazista e ai numerosi tentativi che questa rete di resistenza organizzò nel tempo per tentare di assassinare Adolf Hitler.

Negli anni successivi all'instaurazione del regime nazista si assiste alla creazione, ovviamente clandestina, di un gruppo di cospiratori. Fa ormai parte della Storia la data del 20 luglio 1944. Una bomba esplode negli uffici della Wolfsschanze, la “tana del lupo”, il quartier generale del Führer a Rastenburg: ma Hitler non muore, come previsto, e riporta solo lievi ferite. Il fallimento del colpo di stato porterà all'arresto di 5 mila persone, molte delle quali furono giustiziate o internate nei campi di concentramento. Günther von Kluge, Ludwig Beck, Claus Schenk von Stauffenberg: sono alcuni dei nomi dei protagonisti, tutti membri interni alle milizie naziste, del fallito tentativo di rovesciare la dittatura e negoziare la pace con gli Alleati.

Il processo ai partecipanti dell'attentato del luglio 1944
Il processo ai partecipanti dell'attentato del luglio 1944

Ma negli anni i gruppi che tentarono la stessa impresa furono numerosi, molto più vasti, eterogenei e, per la storia, sconosciuti. È a questi gruppi che Orbach con la sua ricerca storiografica s'interessa: soldati, insegnanti, politici, diplomatici, teologi, e persino un falegname, tentarono a più riprese di mettere fine alla sanguinosa dittatura del Führer. “Uccidere Hitler” è un tentativo, accuratamente supportato da documenti e testimonianze, di raccontare la storia drammatica di questi eventi, “così nobili, così ingenui, talvolta al limite dell'assurdo e condannati al fallimento”.

Danny Orbach, forte della sua esperienza di storico, mette insieme i documenti, talvolta inediti, e fa parlare i nomi tanto a lungo rimasti nel silenzio. Ma non si tratta di un libro di storia: l'opera è una messa in scena di riunioni notturne, profonde crisi di coscienza e duri scontri tra vecchi amici su come e quando abbattere il nazismo, su come progettare ed eseguire un piano omicida nei confronti del dittatore e su cosa fare dopo, in caso di successo. L'attenzione di Danny Orbach si sofferma soprattutto ai metodi dei cospiratori, alle loro motivazioni, alle paure e alle speranze: un'attenzione derivata dalla sua esperienza come membro dell'intelligence israeliana.

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