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Tristano e Isotta irrompono al Teatro dell’Opera di Roma sulle musiche di Wagner

Da domenica 27 novembre all’11 dicembre Daniele Gatti dirige i tre atti del “Tristano e Isotta” con Andreas Schager e Rachel Nicholls.
A cura di Massimiliano Craus
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Richard Wagner
Richard Wagner

Dopo i due extra in programmazione al Teatro Nazionale dedicati all'amore, con Gli artisti di “Fabbrica” Young Artist Program e il maestro Giovanni Bietti, e ad una monografia su Charlie Chaplin con la rappresentazione del film concerto "Il Monello", ecco che il sipario del Teatro dell'Opera di Roma torna protagonista con l'opera nella stagione 2016-2017 con Richard Wagner ed il suo "Tristano e Isotta", in un nuovo allestimento prodotto con il Theatre des Champs-Elysées ed il De Nationale Opera di Amsterdam. Le cinque ore d'opera dell'azione in tre atti sono attesissime in città, soprattutto perché non vi saranno altre occasioni per rituffarsi negli spartiti del compositore di Lipsia. L'opera lirica di Richard Wagner dedicata a Tristano e Isotta risale al 1859 ed è stata senz'altro la pietra miliare dell'arte visiva dedicata al mito medioevale di Gottfried Strabburg. Nell'opera wagneriana e nel libro del tempo prende il sopravvento l'adulterio di Isotta, promessa moglie del re Marke di Cornovaglia ed amante del protagonista guerriero Tristano. Le intricate vicende di amori e fughe consegnano alla storia un sentimento impossibile, costringendo i due amanti ad un turbinio di passioni, invidie ed inganni fino all'epilogo doloroso della morte di lui e, subito dopo, di lei in un titolo che è uno dei grandi miti della letteratura medievale dove l'inevitabile Amore  è al contempo devastante e liberatore.   

In sintesi il libretto wagneriano di "Tristano e Isotta"

Tristano e Isotta
Tristano e Isotta

La storia di Isotta nasce da un senso di vendetta sopito nelle tenebre. Eh sì, la giovane promessa sposa irlandese potrebbe e vorrebbe amare Tristano ma è ormai consegnata ad un destino ben differente. Fin quando scopre di essere utile al suo Tristano quale vessillo di vittoria personale. Quando Isotta decide di vendicare le sue sofferenze avvelenando il protagonista, la sua fedele Brangania interviene cambiando la pozione da letale ad appassionata infusione e così i due si attraggono irrimediabilmente. Il secondo atto sposta le attenzioni sull'amore segreto tra i due, nato da una pozione artificiale ma esploso in tutta la sua naturalezza. Qui, nei paraggi del Castello di Cornovaglia del Re Marke, i due protagonisti riescono finalmente ad incrociare i rispettivi sentimenti di ardore, protetti a distanza dalla fedelissima Brangania. Tuttavia non basta, poiché dal buio compaiono Re Marke, Melot ed il suo seguito. L'affronto del tradimento di Tristano va punito a duello e così sarà: il protagonista presta il suo fiero petto alla spada del gelosissimo Melot e morrà. Il terzo atto della Bretagna è forse quello più ispirato e senz'altro quello che tiene inchiodato il pubblico alle poltrone di palchi e platea. Tristano è morente con accanto a lui il fidato Curvenaldo. Le sue ultime ore scorrono con il pensiero dell'amata Isotta immaginata pronta a salpare per amarlo ancora una volta. Purtroppo solo troppo tardi si realizzerà il suo desiderio, con la protagonista pronta a riabbracciarlo ed a vederlo morire. Nel frattempo Curvenaldo compirà il suo ultimo atto di fedeltà all'eroe uccidendo Melot mentre Re Marke, venuto a conoscenza dell'antidoto infuso da Brangania, era giunto a perdonare i due amanti clandestini. Era troppo tardi, Tristano era ormai morto ed Isotta non esitava a raggiungerlo nel regno della notte trasfigurandosi.

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