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Trieste, in vendita la pasticceria dove James Joyce scrisse “Ulisse”

La famosa Pasticceria Pirona, dove James Joyce scrisse i primi tre capitoli del suo capolavoro, sarà venduta a un imprenditore veneziano. E ci si interroga se sia giusto o meno trasformare un simbolo della storia triestina e italiana.
A cura di Redazione Cultura
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La statua dedicata a James Joyce a Trieste
La statua dedicata a James Joyce a Trieste

La famosa Pasticceria Pirona triestina, dove James Joyce andava ogni mattina a leggere e scrivere, potrebbe essere venduta. Da un paio di giorni, infatti, circolano notizie secondo cui sarebbero in corso delle trattative riservate tra la famiglia De Marchi,  proprietaria del locale dagli anni Ottanta, e un imprenditore veneziano interessato all'acquisto.

Fondata nel 1900 da Alberto Pirona, la pasticceria è in stile liberty ed è considerato uno dei locali storici del nostro Paese, divenuta famosa nei decenni non solo per la presenza quotidiana di James Joyce, ma anche per la presenza di altri intellettuali triestini e di tutto il mondo, come Italo Svevo e Umberto Saba.

Ma è allo scrittore irlandese che è dovuta la notorietà di questa pasticceria. La leggenda racconta, infatti, che, oltre a fare colazione, Joyce apprezzasse particolarmente il clima di questo bar, fino al punto da farne luogo d'elezione per il lavoro quotidiano di composizione creativa. Qui, dicono gli esperti, è nato l'"Ulisse", il capolavoro di Joyce, che a Trieste compose i primi tre capitoli dell'opera.

Ritrovo di intellettuali e artisti, Pirona era nota soprattutto per i suoi dolci, preparati secondo antiche ricette triestine: Presnitz, putizza, pinza, fave, marzapani e mandorlati, sacher e rigojancsi.

Ora, però, sembra arrivato il momento di cambiare. Giuseppina De Marchi, proprietaria attuale della pasticceria, sostiene che è ancora presto per parlare di vendita e che sono in corso trattavive. Il passaggio di consegne, però, secondo quanto si è appreso, sarebbero in stato avanzato. Il negoziato non verterebbe su questioni economiche quanto sulla futura mission del locale. A quanto risulta, infatti, l'imprenditore che subentrerebbe intenderebbe rinnovarlo trasformandolo radicalmente.

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