Trent’anni fa moriva Goffredo Parise. La sua scrittura testimonianza di verità e bellezza
Il 31 agosto di trent’anni fa ci lasciava Goffredo Parise, fra gli più attuali scrittori della sua generazione. Il suo talento non tardò a rivelarsi e da giovanissimo si evinse già dal suo romanzo d'esordio "Il ragazzo morto e le comete" e da lì a poco si riconfermò con "La grande vacanza". Inizia in questi primi anni '50 il suo grande viaggio verso la scrittura, che dalla purezza della ribellione giovanile lo condusse via via ad una scrittura più scabrosa: era il '54 quando pubblicò "Il prete bello", romanzo di d'impianto realistico e ambientazione provinciale che stuzzicò definitivamente la curiosità dei lettori verso Parise.
Il confine estremo fra realismo e bellezza
Già in questi primi anni la scrittura del Giovane Parise si mostrò carica di sfumature psicologiche e acuto realismo senza però mai mettere da parte un certo gusto estetico, a tratti quasi edonistico, con dei veri e propri ritratti di bellezza. Tipiche le ambientazioni provinciali venete che ci regalano uno spaccato completo di quell'Italia, come ne "Il fidanzamento", "Il crematorio di Vienna", "Il padrone", brillante satira dell'industria culturale e denuncia dell'alienazione neocapitalistica, sferzante descrizione di un Paese post-boom e del neo-capitalismo. Ma c'è di più, l'eloquente penna di Parise si farà strada anche nel teatro, fu autore di sceneggiature e di testi teatrali importanti come "L'assoluto naturale".
Il Parise maturo del giornalismo e dei Sillabari
La fase più matura dello scrittore confluisce con quello che si può definire ‘pedagogismo': si tratta del Parise dei Sillabari n. 1 del 1972 e n. 2 del 1982, che segnano il decennio della sua metamorfosi dove il ‘disimpegno' diviene il credo di un'intera generazione dando definitivamente l'addio alla cultura iperpoliticizzata. A scandire la fase matura del Parise anche le diverse pubblicazioni legate alle collaborazioni giornalistiche per il Corriere della sera come "Cara Cina", "Guerre politiche" del '76, "L'eleganza è frigida" del '82.
L'alchimia dello stile
Questo è l'intero scenario delle sue opere, di cui il comune denominatore del successo di tutte è proprio lo ‘stile' e la ricerca di questo, come spiega proprio in una sua lettera di metà anni Settanta:
Per scrivere bisogna trovare lo stile come si trovano senza difficoltà le note in un pianoforte, in un particolare stato animo, che non è la felicità, ma nemmeno l’infelicità. Un limbo, di lieve e soffusa esaltazione, in cui, nel suo complesso, ti piace la vita e ne hai al tempo stesso nostalgia.
La rivista Riga dedica a Parise un numero monografico con romanzi inediti, diari e reportage
La rivista Riga oggi dedica uno specifico numero a Parise, presentando diversi testi inediti dello scrittore, fra cui un romanzo incompiuto degli anni Settanta, "La politica" insieme alle lettere dal Vietnam dei tempi dei reportage di "Guerre politiche", un frammento sull’America anni Sessanta e un intrigante carteggio con Italo Calvino ed ancora una sezione di saggi nuovi scritti da studiosi di tre diverse generazioni ed infine un’ampia antologia della critica, dal 1951 al 2013. Oltre ai tanti importanti critici, da Debenedetti a Baldacci a Berardinelli, non mancano poeti e scrittori italiani che negli anni hanno scritto di Parise, da Montale a Sanguineti, da Pasolini a Moravia, dalla Ginzburg ad Arbasino.
I festeggiamenti a Ponte di Piave
Oggi è giorno di celebrazioni a Ponte di Piave a Treviso, dove l'Amministrazione Comunale insieme all'Associazione culturale “i Sillabanti” commemorano Goffredo Parise ad amici e privilegiati frequentatori dello scrittore.
La Casa di Cultura di Ponte di Piave ospita un evento letterario in cui le opere rivivranno attraverso i filmati e la voce di amici, lettori professionisti e di chi vorrà rendere omaggio allo scrittore veneto. La commemorazione ufficiale è prevista per le ore 18.30 alla tomba dello scrittore ed è affidata alle parole di Gianna Polizzi. A partire dalle 19.00 inizierà un reading a cui chiunque potrà partecipare e alle 20.00 le commemorazioni si chiuderanno con un rinfresco. Un'intera giornata per ricordare il suo mondo privilegiato diviso fra vita e stendhaliana bellezza di cui la poesia diviene metafora essenziale, come scrive nei Sillabari:
La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti. Mi dispiace ma è così. Un poco come la vita, soprattutto come l'amore.