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Festa della mamma

Quando comanda “mammà”: tre società matriarcali nel mondo

Nel mondo esistono oltre cento società matriarcali, le più importanti si trovano in Indonesia, Messico e Cina. La loro struttura pacifista è di grande insegnamento per gli occidentali, perché ci insegna a organizzare società non violente e collaborative: è per questo che matriarcato non significa “dominio” della donna.
A cura di Redazione Cultura
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Nel mondo oggi esistono oltre cento società matriarcali nel mondo. Una società matriarcale è una comunità di persone basata sulla centralità della figura femminile, dove permangono i fenomeni della matrilinearità e della matrilocalità. Luoghi dove non è necessaria una "Festa della mamma", perché la maternità e la femminilità sono celebrate ogni giorno. Queste società, che oggi è possibile rinvenire soprattutto in Asia, nelle Americhe e in Africa corrono il serio rischio di sparire sotto la forte spinta della globalizzazione.

Eppure il loro valore non è soltanto storico (alcune di queste organizzazioni vantano una tradizione millenaria), anche perché la loro struttura politica, economica, sociale e spirituale può essere di grande importanza per noi occidentali, in quanto ci insegna a organizzare e promuovere società non violente e mutuali, dove le donne sono al centro dell'ordinamento sociale, ma non per questo ricorrono a forme di dominio per guidare la propria comunità.

Matriarcato non significa "dominazione" delle donne

Spesso si confonde il matriarcato con l'idea di "dominio della donna". In realtà, in siffatte organizzazioni sociali, ci si basa su una vera e propria partnership uomo-donna, che continua a tener vivo un diverso modello di civiltà per donne e uomini. Le più numerose al mondo d'oggi sono: i Minangkabau dell’Indonesia, con tre milioni di persone, seguita dalla società Moso in Cina e da quella yuchiteca in Messico).

A Sumatra comandano le donne: i Minangkabau

I Minangkabau dell'isola indonesiana sono la più grande etnia matriarcale sin dal XII secolo del pianeta. Secondo la leggenda, il matriarcato si sarebbe affermato qui dopo la morte del re Maharajo Dirajo, il quale abbandonò tre neonati avuti da altrettante mogli. La prima di queste, Puti Indo Jalito, si prese cura di tutti i bambini favorendo in questo modo l'affermazione di un modello matrilineare. La donna Minangkabau è al centro della vita sociale, oltre al controllo familiare, ha il compito di affrontare e risolvere tutti i problemi fuori le mura domestiche. Nonostante da decenni si parli della fine di questa società femminista, l’etnia è riuscita a portare avanti le sue tradizioni.

I Moso in Cina: una società senza mariti

La società matriarcale dei Moso si distingue da altre società simili perché non pratica il matrimonio. Oggi i Moso sono riconosciuti dal governo cinese come minoranza etnica nazionale autonoma, ma in passato, con l'avvento del comunismo, gli fu imposto il matrimonio. Successivamente, con la morte di Mao Tse Tung, la prescrizione non fu più osservata e si tornò alla struttura matriarcale. Ogni componente dei diversi clan in cui è suddivisa la popolazione prende il nome della donna più anziana, la "madre del clan". Allo stesso modo, tra i Moso, il titolo di proprietà di una casa e della terra vengono ereditati solo dalla stirpe femminile. Le ragazze diventano membri del clan a 13 anni, dopo una cerimonia di iniziazione con la quale viene conferita loro la chiave della loro camera da letto.

Messico: le donne di Juchitàn ispirarono Frida Kahlo

Le donne di Juchitàn, in Messico, sono le stesse a cui si ispirava l'artista Frida Kahlo nel suo abbigliamento. Si tratta di una società matriarcale, una realtà poco conosciuta ma molto interessante La popolazione indigena della città messicana di Juchitán, una delle diverse città indigene sul Pacifico nel golfo di Tehuantepec, è riuscita a mantenere la maggior parte dei suoi canoni, nel cuore della società messicana. Si tratta di un esempio straordinario di matriarcato urbano, risultato della solidarietà tra donne, della loro capacità di essere indipendenti e libere rispetto al mondo esterno, rifuggito nonostante i continui tentativi "maschili" di intervenire.

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