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Traduttrici Lis a teatro, Maddalena Crippa le sposta. E scoppia il caso

Durate lo svolgimento del “RIchard II” al Teatro di Roma, l’attrice Maddalena Crippa sposta le traduttrici Lis per un gruppo di sordomuti. Il caso diventa politico: vicesindaco, direttore e presidente del teatro attaccano l’attrice.
A cura di Redazione Cultura
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Una bufera si sta abbattendo dopo la messa in scena di "Richard II" al Teatro di Roma, precedentemente previsto all'Argentina. Il caso è dovuto non tanto alla performance degli attori, alle scelte registiche o a qualcosa di vagamente artistico, ma al fatto che durante la replica la famosa attrice Maddalena Crippa avrebbe allontanato le traduttrici Lis, presenti per un gruppo di sordomuti, scatenando così la rabbia e la condanna di politica e istituzioni. Maddalena Crippa sostiene di essere stata avvertita in ritardo e in modo parziale della presenza sul palco delle addette alla traduzione nel linguaggio dei segni e di averle allontanate dalla postazione che era stata loro destinata perché inopportuna allo svolgimento dello spettacolo.

Ma di quest'esigenza artistica, né il presidente né il direttore del Teatro di Roma sembrano volersi farsi carico, condannando in in comunicato congiunto e durissimo il gesto. Questa, infatti, la posizione di Emanuele Bevilaqua e Antonio Calbi in merito ad un episodio accaduto ieri:

Esprimiamo la nostra profonda costernazione e il nostro disappunto più totale verso quanto accaduto ieri, ovvero il comportamento irriguardoso che l'attrice protagonista Maddalena Crippa ha avuto nei confronti delle addette alla traduzione nel linguaggio dei segni, per un folto gruppo di spettatori sordi presenti in sala, allontanandole dalla postazione concordata, nel corso dello spettacolo. Da un'attrice che si pregia del proprio talento e di lunga carriera come Maddalena Crippa non ci saremmo mai aspettata una tale mancanza di sensibilità e di intelligenza civica. Mancanze non degne di un'artista, di una donna, di un progetto di condivisione delle esperienze culturali e artistiche da parte di tutti che è la nostra filosofia e la nostra etica politica. Un gesto, quello di ieri, che viola non solo la Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948 ma anche direttive europee e internazionali, come la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, adottata nel dicembre 2006 e diventata legge italiana nel 2009. Attendiamo, pertanto, le doverose scuse della signora Crippa verso gli spettatori non udenti, cui è stato negato un diritto, i traduttori impegnati nel loro lavoro, gli altri spettatori presenti e verso il Teatro di Roma e le istituzioni che lo sostengono.

La replica dell'attrice non si è fatta attendere:

Cari tutti quello che è successo ieri dipende come purtroppo sempre più spesso accade da una mancanza di organizzazione e di comunicazione. Il Teatro Argentina non può prendere iniziative di questo genere senza preventivamente avere il consenso degli spettacoli ospiti e dei suoi artisti. Io sono stata informata solo questa mattina della presenza dei traduttori simultanei e ho subito chiamato la direzione del teatro, mi è stato garantito che tale iniziativa non avrebbe arrecato disturbo allo spettacolo perché sarebbero stati posizionati di lato al palcoscenico. Invece una volta cominciato lo spettacolo i traduttori non solo erano sul nostro stesso palco ma molto più avanti di noi totalmente illuminati nel loro gesticolare così da rientrare completamente nel nostro campo visivo.

La tempesta purtroppo è solo all'inizio. Persino il vicesindaco di Roma con delega alla Crescita Culturale, Luca Bergamo, si è espresso contro la Crippa:

Il teatro deve essere davvero uguale per tutti, come recita il claim che il Teatro di Roma ha scelto per l'attuale stagione. Anche io credo che la cultura sia per tutti e credo che dobbiamo sforzarci di renderla senza barriere. Il comportamento ingiustificabile che l'attrice protagonista Maddalena Crippa ha fatto ai danni delle addette alla traduzione nel linguaggio dei segni per un folto gruppo di spettatori sordi presenti in sala mi rattrista. Mi associo alle scuse pubbliche che il Teatro di Roma ha fatto ai presenti e sono certo che episodi di questo genere non saranno tollerati.

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