Toulouse Lautrec in mostra a Torino, la Belle Epoque e tutto il calore della pittura
L'arte di Toulouse Lautrec è approdata a Torino in occasione della mostra inaugurata il 22 ottobre a Palazzo Chiablese e fruibile fino al 5 marzo 2017. La mostra del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dei Musei Reali di Torino e di Arthemisia Group, è patrocinata dalla Città di Torino. Dieci sezioni e 170 opere: manifesti, vignette, disegni e litografie sulla Parigi dei café chantant e dei bordelli. Al centro di tutto la Montmartre di Van Gogh e Dégas. Il titolo della meravigliosa esposizione è "Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque", la cui curatela è affidata a Stefano Zuffi, si snoda attraverso a circa 170 opere che, provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene, al fine di testimoniare la natura anticonformista e tormentata dell visconte Henri de Toulouse-Lautrec, in tutto il suo essere bohémien.
"Disegno e dipingo finché la mano si stanca"
Queste le parole dell'artista, infatti in suo onore sono presenti opere in ogni forma, dalle litografie a colori e manifesti pubblicitari ai disegni matita e penna fino alle illustrazioni e vignette umoristiche, realizzate per giornali e per le riviste "La Revue Blanche" e la satirica "Le Rire". Opere che raccontano l'intensità di una vita vissuta, dal volto della modella Suzanne Valadon Toulouse-Lautreccon cui ebbe una storia d’amore, il bel corpodi Jane Avril, star del cabaret parigino, le sale da ballo, i caffè concerto ed i teatri e per non mancare i bordelli di lusso di cui era assiduo frequentatore.
"Tutte le sere vado al caffè a lavorare"
Lo dichiarò lo stesso artista, e difatti nelle sue opere sono ben evidenti le atmosfere da cui la sua arte attinge nel fugace e intenso decennio, dal 1891 al 1900, poco prima della sua morte precoce. Aveva infatti soli 36 anni quando dovette dire addio ai cafe' chantant e le memorabili notti parigine della gente semplice, delle prostitute e le ballerine, delle dive dell'epoca e i cantanti. Henri de Toulouse-Lautrec, di estrazione aristocratica, non ebbe ostacoli quando decise di divenire pittore nel 1881 e di condurre una vita bohèmien nel quartiere parigino che lo iniziò, colmo di suggestioni, alla scoperta della sua poetica.
L'anima di Montmartre
Definito "l'anima di Montmartre", raffigurò spesso la vita al Moulin Rouge e di altri teatri e locali di Parigi e, delle ‘maisons closes', come quella di rue d'Amboise e di rue de Moulinsne, ne fece il suo laboratorio, sebbene fosse proibito dalla legge. Erano luoghi di creazione pittorica e di incontri fra amici e colleghi, ma anche di logistica comodità da parte dell'artista nel lasciare i suoi quadri ancora in fase di elaborazione sul "posto di lavoro" per evitare di spostarle abitualmente al suo studio di Montmartre. Quello dei bordelli è un ambiente da cui trasse molta ispirazione, in particolare nel periodo tra il 1892 e il 1895, quando vi trascorse intere settimane osservando le ragazze per ore ed ore.
La calda pittura dei caffé
Ed ancora presenti gli schizzi preparatori per i dipinti e i caffé vicini all’Opera e al "Sacre Coeur", una pittura intima, estremamente peronale nelle opere "Le Jockey", "Divan Jacponeis" e nel can-can de "La Troupe de Mademoiselle Églantine". Imperdibile ritratto di una Belle Epoque, quello filtrato dallo sguardo sognante di Toulouse-Lautrec, provoca nostalgia di tempi e luoghi non vissuti. Se ne potrà godere nella grande mostra di Torino.