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Torna Liberato, con il brano ‘O Diario diventa lo “psicologo musicale” di una generazione che soffre

A mezzanotte del 31 dicembre è stato pubblicato il nuovo album di Liberato. Tra i brani più apprezzati spicca ‘O Diario, manifesto universale di una generazione che si confronta con la sfida del benessere mentale.
A cura di Eleonora di Nonno
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A mezzanotte del 31 dicembre Liberato ha cantato ancora. Nella sorpresa generale ha regalato al suo foltissimo pubblico il disco Liberato III, contenente otto canzoni inedite più il singolo Lucia – Stay with me (colonna sonora del film-documentario Il segreto di Liberato). Tra queste, però, ce n'è una che ha catalizzato l'attenzione dei fan.

Il diario è uno degli strumenti utilizzati in psicoterapia: fogli bianchi in cui racchiudere emozioni, pensieri, parole. ‘O Diario è anche il titolo della nona traccia dell'album: versi in cui sono racchiuse emozioni, pensieri e parole sulla salute mentale. Non stupisce, quindi, che sui social i suoi fedelissimi abbiano proclamato il misterioso artista napoletano "lo psicologo". Attraverso questo brano, infatti, un album che sembrava solo voler celebrare i luoghi e i simboli di Napoli si apre anche al 74% degli adolescenti che sperimentano ansia e depressione, trasformando ‘O Diario nel manifesto universale di una generazione che soffre. Ma non solo, racchiude anche la genesi del suo terzo progetto discografico:

Come ogni tanto succede quando devi fare qualcosa di importante, non sapevo come cominciare questo terzo album. Mi sono trovato un po' bloccato, devo dire la verità. Mi ero messo in testa di fare Lana Del Rey…Capite? Dovevo fare la vita vissuta. Da dove cominciavo? Allora ho fatto un riassunto degli ultimi due anni della mia vita, mi sono preparato un bello spliff (spinello contenente una miscela di tabacco e marijuana, ndr), mi sono messo davanti alle foto dal telefono e ho cominciato a scrivere…

"E quindi ragazzi, ormai era il 2023. Ero completamente rimbecillito, ero super depresso. E rispondevo anche male" Non c'è vergogna nel raccontare le debolezze degli ultimi anni. "E quindi Cino e la mia migliore amica. Dopo una sfuriata del ca**o, tipica mia. Mi dissero ‘Stai a pezzi, ma veramente sei messo male e stai fumando troppo, devi vedere qualcuno'". Uno specchio in cui riflettersi e al tempo stesso il consiglio di un fratello o di una sorella maggiore che ti prende per mano per mostrarti la via. "E ragazzi, io ci ho pensato e ho visto qualcuno. E a poco a poco i cattivi pensieri stavano andando via" C'è speranza nelle strofe, che vanno anche oltre il tentativo di normalizzare la terapia e che descrivono esattamente quello che scriveva Alessandro D'Avenia: "Nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle. E anche se non le trovi almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando". Non è un caso che gran parte dei commenti ai video della canzone siano ringraziamenti verso Liberato, capace di parlare di un tema così grande con parole così "piccerelle".

Liberato, poi, oltre a rivolgersi ad una fetta importante di giovani che si riconoscono nel suo racconto, rappresenta anche i tanti artisti che nell'ultimo anno hanno abbandonato i riflettori per dedicarsi alla cura del proprio benessere psicofisico.Da Sangiovanni a Mew, passando per Angelina Mango, sono stati tanti i cantanti che non hanno nascosto il bisogno di ritagliarsi del tempo per sé stessi. Parafrasando l'artista dall'identità segreta, per far in modo di non pensare più a "quella cosa dentro, quel vuoto, a quella montagna di dolore". Con la consapevolezza che: "Non sei mai solo".

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