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Torino, dopo 70 anni torna a Palazzo Chiablese un Piffetti di 2 milioni di euro

Dopo 70 anni torna a Torino un capolavoro del maestro ebanista settecentesco Pietro Piffetti. Si tratta di una preziosa scrivania a doppio corpo con diversi intarsi di avorio e madre perla, scomparsa nel secondo dopoguerra dall’Italia e trafugata illegalmente in Francia, poi in Svizzera e, infine, negli Stati Uniti. L’opera è di un valore stimato in oltre 2 milioni di euro, ed è stata recuperata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
A cura di Redazione Cultura
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Dopo oltre settant’anni torna nel luogo per cui era stata realizzata, a Palazzo Chiablese di Torino, un capolavoro del maestro ebanista settecentesco Pietro Piffetti, commissionata appositamente per una delle sale dall’architetto Benedetto Alfieri. Si tratta di una preziosissima scrivania a doppio corpo con diversi intarsi di avorio e madre perla, scomparsa nel secondo dopoguerra dall'Italia e portata lontano. L’opera, del valore stimato in oltre 2 milioni di euro, è stata recuperata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Ed è considerata uno dei maggiori capolavori del più importante maestro ebanista del periodo sabaudo.

Fondamentale per il ritrovamento è stata la capacità dei Carabinieri, che hanno ricostruito gli spostamenti della scrivania sin dal Dopoguerra e così, andando a ritroso nel tempo, hanno scoperto che il capolavoro era stato trasportato dapprima in Francia, poi in Svizzera e come ultima destinazione era finita negli Stati Uniti. Qui alla fine degli anni Novanta e per un lungo periodo di tempo, era stata persino esposta al Metropolitan Museum of Art di New York.

L’opera, risparmiata dai bombardamenti di Torino del 1943, era stata venduta illecitamente ad un privato cittadino e poi, in assenza di autorizzazione esportata all’estero. A seguito delle indagini dei carabinieri l’opera è stata rintracciata da un possessore privato che, in quanto appartenente al demanio del nostro Paese, ha deciso appresa l’illecita detenzione di restituirla all’Italia.

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