Tommy Cash: “Espresso macchiato è magica, voglio vincere l’Eurovision. A Lucio Corsi? Auguro buona fortuna”

Tommy Cash è l’autore di espresso macchiato, canzone sugli stereotipi italiani con cui rappresenterà l’Estonia all’Eurovision Song Contes 2025. Fanpage ha intervistato il rapper che ha parlato dell’Italia, di Lucio Corsi e della sua musica.
A cura di Francesco Raiola
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Tommy Cash (ph Simone Giancristofaro per Fanpage)
Tommy Cash (ph Simone Giancristofaro per Fanpage)

In Italia Tommy Cash è arrivato pochi mesi fa grazie a una polemica scatenata dalla sua canzone Espresso macchiato con cui parteciperà all'Eurovision rappresentando il suo Paese, l'Estonia. Eppure la canzone, che gioca con una serie di stereotipi sul nostro paese, è tra i meno provocatori della sua discografia. Cash – il cui vero nome è Tomas Tammemets – è un artista molto noto in ambito internazionale, benché l'Italia lo abbia scoperto solo poco fa per indignarsi, in passato ha collaborato con la crema dell'Hyperpop, quindi il produttore AG Cook (premiato quest'anno ai Brit Awards), Charlie XCX che ha dato il via alla BRAT summer e Caroline Polacheck, tra gli altri. Dall'Estonia, quindi, è riuscito, mescolando rap, pop, elettronica a collaborare con artisti internazionali e poi a rappresentare il suo Paese all'Eurovision ma con un pezzo non semplice, come spiega a Fanpage, a cui racconta che forse sarebbe stato più facile presentarsi con un pezzo dance in quattro quarti, invece Espresso Macchiato gli dà stimoli e lo fa crescere, continua. A Lucio Corsi – e Gabry Ponte – fa gli auguri per la kermesse ma spiega di andarci per vincere. Negli studi della Sony a Milano racconta anche come per lui "mafia" che ricorre più volte nei suoi pezzi sia solo una parola da inserire nel flusso, che Espresso macchiato è una canzone senza tempo e che il caos creato in Italia gli piace, perché ama lavorare nel caos positivo.

Gran parte dell’Italia ti ha conosciuto per Espresso macchiato, ma canzone a parte, cosa dovrebbero sapere gli italiani di te?

Di me devono sapere che voglio vincere l'Eurovision, che possono chiamarmi Tommaso e che adoro il caffè.

La maggior parte dell'Italia ti ha scoperto con Espresso Macchiato che, tra l'altro, non è il tuo brano più provocatorio… 

Penso che la bellezza di Espresso Macchiato sia che rispecchia il marchio Tommy Cash che è una specie di scatola con un punto interrogativo, non sai mai cosa succederà. Espresso Macchiato è stata una vera sorpresa per tutti questi fan, una canzone come questa dà proprio la sensazione che sia una cosa da Tommy Cash.

Cosa ti piace di questa canzone?

Mi piace che ha il mood di una canzone senza tempo. Sai, mi piace ascoltare tutte queste canzoni degli anni '50 e '60, quei suoni senza tempo, per questo penso che andando avanti vorremmo sempre più questo tipo di musica, perché alla fine vogliamo canzoni come quelle dei Queen, canzoni come questa, che hanno questo spirito.

Come nasce Espresso macchiato?

Mentre facevamo questa canzone era molto strano, perché la mia è una voce da opera ma la canzone ha questo sapore steampunk, in cui il jazz si mescola con ritmi elettronici, è uno stile così strano. È così strano che nessuno faccia steampunk, è un'estetica così particolare. Stavamo cercando di fondere insieme alcuni stili che nessuno usa, quindi nel tempo ho cercato davvero di creare una canzone senza tempo.

Ma come succede che una mattina ti svegli e pensi a una canzone fondata sugli stereotipi dell'Italia?

Non lo sapevo, non ci stavo pensando, è successo tutto all'improvviso, non c'era un approccio strategico. Mentre la canzone nasceva ho sentito subito tanta magia. Sai, a volte scrivi una canzone ed è ok, ma altre volte senti che ha dentro di sé un po' di magia e strategicamente sai che è la strada giusta perché se parliamo di Eurovision, il pubblico è enorme, va dai 2 ai 80 anni e questa canzone funziona dai 2 agli 80 anni. Per me è anche una sfida perché è facile salire sul palco con una canzone che fa così (e comincia a cantare Espresso macchiato con un sottofondo in quattro quarti dal sapore dance) e sto lì in piedi così, è facile. È molto più difficile, invece, quando sto in piedi così con una tazza e devo cantare e praticamente sono nudo ed è una sfida molto bella per me e mi fa evolvere come musicista. Vediamo cosa mi riserva il futuro perché è come se stessi fondendo tutto, capisci? Sto crescendo.

Tra l’altro l’immaginario mafia lo citavi anche in Tango, quando rappavi “BDSM shit, I'ma get scars (Say hello to my little friend)”, citando Scarface o in BRAZIL (Só mafioso de mente blindada). Cosa ti affascina di questo immaginario?

È solo una parola, non è una cosa così importante per noi, sai. È solo una parola.

Hai ascoltato Lucio Corsi o Gabry Ponte? Che ne pensi di loro?

Rispetto tutti quelli che hanno le vostre origini. Penso che sia un duro lavoro portare la tua canzone all'Eurovision e cantarla, per questo gli auguro buona fortuna.

Cosa sta succedendo con Tony Effe?

Ci stavamo solo divertendo, non c'è nient'altro.

Ti aspettavi di scatenare tutto questo caos in Italia?

Lavoro bene nel caos soprattutto se è un caos positivo, un bel caos, alla fine questo è ciò che voglio.

Hai raccontato di essere cresciuto in un Paese piccolo dove non c’erano negozi di sneakers, negozi di lusso e cultura di strada. Oggi sei un artista internazionale, cosa è cambiato? Qual è stata la conquista maggiore?

Oggi sono così tanti i successi di cui sono orgoglioso, ma non saprei sceglierne uno e non voglio sceglierne uno. Ce ne sono così tanti, sai. Cosa è cambiato? Abbiamo più negozi, la cultura si muove più velocemente grazie a internet e abbiamo più cose, in generale. Certo, puoi spedirti le cose in due o tre giorni, cosa che non era possibile, prima sentivo come se fossimo in ritardo, capisci? Se succedeva qualcosa negli Stati Uniti a livello culturale, lo capivamo solo un anno dopo.

Sei partito dall’Estonia e sei arrivato nel mondo, a produttori e artiste più cool del mondo: AG Cook, Charlie XCX e Caroline Polachek… cosa significa per te?

È incredibile, ma penso che siamo tutti umani, quindi intendo dire che per me lavorare con Charlie o AG è una benedizione, sai, ma non voglio dire qual è il più grande perché penso che ce ne siano così tanti di grandi nella mia vita.

Cosa lega le tue origini rap con l'hyperpop?

Penso che sia anche molto dovuto al fatto che ero un fan della PC Music quando era solo su SoundCloud, dove Sophie postava le sue canzoni, e dove aveva postato anche una canzone intitolata Ehi QT (ne canta un pezzo, ndr). Insomma, ero un fan di queste cose, poi mi sono trovato a volare a Londra e Felicita (dj e producer inglese, ndr) mi ha portato in studio: ricordo che c'era questa grande sedia e c'era AJ Cook seduto, si è girato e mi fa "Ciao Tommy", abbiamo parlato un po' e poi mi ha detto di andare subito al microfono. E la prima cosa che abbiamo mai registrato con lui è stata Pussy Money Weed. È stata la prima cosa. Appena l'ho visto ho cominciato a sudare, sai, ero solo un ragazzo estone di Tallinn che va in uno studio di lusso a Londra e deve subito registrare le sue  emozioni, ma penso che AJ sia un genio, anche per il modo in cui è riuscito a fondere il mio stile con hyperpop, è un vero genio.

Ho letto che prima di girare il video di Surf hai veramente praticato astinenza sessuale per capire cosa si provava. Hai fatto altri esperimenti del genere?

Fammi pensare, ah sì, sì. Beh, diciamo Untz Untz (il cui video è pieno di riferimenti sessuali), ho dovuto fare un sacco di ricerche, ma nell'altro senso… (scoppia a ridere, ndr).

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