Testo e significato di Factotum, Marracash chiude Report con le contraddizioni del lavoro

Questa stagione di Report, il programma di Rai Tre condotto da Sigfrido Ranucci si chiude con una chicca di Marracash che assieme agli studenti dell'Istituto Cine tv Rossellini di Roma ha riletto il video di FACTOTUM, canzone contenuta nell'ultimo album del rapper "È finita la pace", in cui il cantante riflette proprio sul lavoro nella società contemporanea, regalando anche qualche informazione autobiografica. Sigfrido Ranucci lo ha introdotto così: "Ringraziamo Marracash per aver messo a disposizione del nostro pubblico la sua arte per narrare un passo importante nella vita di ciascuno di noi: l’ incontro con il mondo del lavoro (…). Con la sua sensibilità ha colto le grandi contraddizioni del lavoro, dove dovrebbe essere uno strumento che restituisce dignità, identità, integrazione a chi lo affronta. Bene, lo dedichiamo a tutti voi e soprattutto lo dedichiamo attraverso lo sguardo dei ragazzi che rappresentano il nostro futuro".
Il testo di FACTOTUM
Fuori è ancora buio pesto
Che bestemmio appena sveglio
Mangio male e poco sesso
Faccio tutto a basso prezzo
Ehi, lavori umili, vestiti sudici
In buchi umidi uomini ruvidi
A trenta ruderi con gli occhi lucidi
Signore, aiutami, Signore, Signore, Signore
Il lavoro debilita l'uomo
Non rinuncio la sera all'uscita
Vado a letto la notte che muoio
E mi sveglio che sono quasi in fin di vita
Oggi in un cantiere io e un eritreo
Metto canaline su un piano intero
In pausa stecchiti
Dormiamo in cartoni imbottiti di lana di vetro
La vita è "produci-consuma-crepa"
Chiunque di noi prima o poi l'accetta
È che si crepa già prima di finire sottoterra
Produco il meno possibilе, rubo il rubabile
Per ritardare chе mi crepi l'anima
Poi fuori fa scuro ed ognuno va
Nel formicaio in cui abita
Fuori è ancora buio pesto
Che bestemmio appena sveglio
Mangio male e poco sesso (Oh-oh-oh)
Faccio tutto a basso prezzo
Ehi, lavori umili, vestiti sudici
In buchi umidi uomini ruvidi
A trenta ruderi con gli occhi lucidi
Signore, aiutami, Signore, Signore, Signore
Sì, qualche mese alla Swiss Post
Magazziniere part-time in Swatch
Mediaworld, Carrefour, carico, scarico
Dammi un incarico e lì sto
Coi disertori, gli ammutinati, lavori saltuari
Facciamo di tutto, legali e illegali
Ma basta una multa e la giornata è gratis
Che vita di scrocco (Yeah)
Piccoli prestiti, squilli 4088 (Yeah)
Mosse per pagarti i vizi e del cibo precotto (Yeah)
Siamo delle popolari
Facciamo di tutto, legali e illegali
Prendiamo di tutto, legali e illegali
Nessuna ref
Nessuno che mi assuma, nessuno a me
Sicuro devi leccare il culo per
Ti giuro che piuttosto digiuno, man
O rubo a te
Nessuna c'è
Nessuno che mi aiuta, nessuno a me
Ti giuro che piuttosto digiuno, man
Sì, fuggo in un bel giorno di giugno e
Ti giuro che
Fuori è ancora buio pesto
Che bestemmio appena sveglio
Mangio male e poco sesso (Oh-oh-oh)
Faccio tutto a basso prezzo, ehi
Contratti subdoli, miseri sudditi
Schiavi dei mutui e come stupidi
Sputtani gli utili in cose futili
Che Dio li fulmini
Factotum, factotum, factotum
Inchiodati alle abitudini (Lavori utili)
Col sole, coi fulmini (Legami futili)
Ammaccati come vecchi pugili (Legumi il lunedì)
Perché gli ultimi saranno gli ultimi (Mutui per ruderi)
Mangiamo scatolette, guidiamo scatolette, viviamo in scatolette (A trenta subdoli)
Forza, che oggi è lunedì
Solo Dio sa come si vive qui (Restare lucidi)
Solo Dio sa come si vive qui
Solo Dio sa come si vive qui (Con gli occhi sudici)
Solo Dio sa come si vive qui
E se ne fotte
Il significato di Factotum
Factotum è un brano molto personale, in cui Marracash racconta l'incontro-scontro col mondo del lavoro, di quando, appunto non aveva ancora un'identià lavorativa predefinita e faceva, appunto, il Factotum: "In un disco che ruota intorno al tema dell’identità, questo capitolo del suo percorso assume un’importanza fondamentale. Dal punto di vista musicale il brano parte da un sample particolarissimo, un canto cristiano proveniente dall’Africa che ha un’atmosfera sospesa, a metà tra una preghiera e una bestemmia. A questo si aggiunge un beat che richiama la cumbia, evocando immagini di canti delle piantagioni o dei rematori sulle navi galera di un tempo. Il risultato è un pezzo tragicomico, dolceamaro, che gioca sul contrasto tra il testo – tragico ma attraversato da un’ironia marcata – e una produzione musicale sorprendentemente orecchiabile, quasi scherzosa, anche se il significato non lo è".
In questo testo Marracash fa un elenco di ciò che ha fatto, ovvero "lavori umili, vestiti sudici in buchi umidi uomini ruvidi", ma fa anche qualche nome delle aziende in cui ha lavorato: "Oggi in un cantiere io e un eritreo Metto canaline su un piano intero In pausa stecchiti Dormiamo in cartoni imbottiti di lana di vetro" oppure "Sì, qualche mese alla Swiss Post, magazziniere part-time in Swatch Mediaworld, Carrefour, carico, scarico dammi un incarico e lì sto: coi disertori, gli ammutinati, lavori saltuari, facciamo di tutto, legali e illegali, ma basta una multa e la giornata è gratis". Anche perché, in fondo, come dicevano i CCCP di Morire, citati dal rapper: "La vita è produci-consuma-crepa".