Testo e significato di Amarene di Virginio, l’amore proibito e il bullismo al liceo
Dopo l'uscita di Notte Nera, nelle scorse ore Virginio, ospite della terza puntata del Pomeridiano di Amici di Maria De Filippi, ha portato sul palco il nuovo singolo Amarene. Si tratta del secondo capitolo del nuovo racconto del cantante originario di Fondì e vincitore nell'edizione 2011 del programma. Il brano, prodotto in collaborazione con Daniele Coro, segue la melodia elettro-pop del brano precedente e racconta di amori proibiti, mettendo in risalto nel video di Annamaria Liguori, coppie di estrazioni culturali diverse, ma anche legami LGBTQI+ e differenze d'età notevoli. Al centro del brano l'utilizzo dell'amarena come metafora del contrasto tra dolce-amaro, finalizzata nella strofa: "Come amarene ci siamo mangiati a morsi e certe scene dovevo evitarle io, che lo so bene come va a finire". Qui il testo e il significato di Amarene.
Il testo di Amarene
(Bang bang, bang bang)
(Amarene)
(Bang bang, bang bang)
La noia è veleno
Anima nera col sorriso leggero
È stato un flash davvero
Le luci strobo e uno stupendo pensiero, oh, oh
Bang bang che sembra una guerra
Bang bang, Cupido alla tempia
Bang bang un’ultima volta e un attimo
Come amarene ci siamo mangiati a morsi
E certe scene dovevo evitarle io
Che lo so bene come va a finire
Ai-ai-a, ai-ai-a
Lo so che mi conviene restarti lontano
Forse ho troppa fame, di notte mi manca l’aria
E lo so bene comе va a finire
Ai-ai-a, ai-ai-a
Amarene
Bang bang, bang bang
Amarеne
Bang bang, bang bang
Amarene
E non mi piace se mi dicono che cosa fare
A volte rischio d’impazzire
Però tu sei stato un flash da zero
Io che cammino senza sapere più chi sono
Bang bang che sembra una guerra
Bang bang, Cupido alla tempia
Bang bang ancora una volta
Come amarene ci siamo mangiati a morsi
E certe scene dovevo evitarle io
Che lo so bene come va a finire
Ai-ai-a, ai-ai-a
Lo so che mi conviene restarti lontano
Forse ho troppa fame, di notte mi manca l’aria
E lo so bene come va a finire
Ai-ai-a, ai-ai-a
Amarene
Bang bang, bang bang
Amarene
Bang bang, bang bang
Amarene
Bang bang, bang bang
Amarene
Bang bang, bang bang
(Amarene)
Bang bang che sembra una guerra
Bang bang, Cupido alla tempia
Bang bang un’ultima volta e un attimo
Bang bang, bang bang
Amarene
Bang bang, bang bang
Lo so che mi conviene restarti lontano
Forse ho troppa fame, di notte mi manca l’aria
E lo so bene come va a finire
Ai-ai-a, ai-ai-a
Amarene
Bang bang
Il significato di Amarene
Amarene, il nuovo singolo di Virginio, è stato prodotto in collaborazione con Daniele Coro e nelle prossime ore verrà pubblicata, come per l'episodio precedente Notte Nera, anche la sua versione in spagnolo con un release party a Miami. Il brano, come racconta Virginio, nasce da episodi di bullismo legati al suo orientamento sessuale durante il liceo, riportando nel racconto un amore "proibito", poiché "non convenzionale". L'utilizzo dell'amarena come metafora, come suggerisce poi la strofa "Come amarene ci siamo mangiati a morsi", racconta la passione estrema di un incontro che non ha poi potuto avere un seguito. In una lettera aperta dello scorso 5 ottobre a Vanity Fair Italia, Virginio aveva raccontato la genesi del brano: "Forse perché quando sei un ragazzo maschio italiano caucasico di media statura e per la prima volta provi qualcosa per il tuo compagno di classe anziché per la tua compagna, ti rendi conto che in te le cose non girano esattamente come girano per gli altri, che forse quello che senti non sarà facile da spiegare a casa ai tuoi genitori, che forse addirittura non potrai spiegarlo affatto, mai a nessuno. Soprattutto se il risultato è ritrovarti con la faccia piantata nel water della scuola che frequenti perché per gli altri tuoi coetanei sei considerato qualcosa di disonorevole. E si sa, quando una cosa ti viene ripetuta più volte va a finire che ci credi. Soprattutto tu. Ma il vero momento in cui il tuo cuore si frantuma arriva quando ti innamori per la prima volta. Lì capisci che la tua vita sarà un inferno. O almeno così credi. Vi nascondete, vi rubate gli sguardi, vi sfiorate le dita, ma senza mai farvi accorgere dagli altri perché sennò “scoppia un casino".