Teatro Regio di Parma, il pubblico si ribella: “Spegnete quei telefoni, cretini”
Doveva essere la prima del "Roberto Devereux" di Gaetano Donizetti al Teatro Regio di Parma, città capitale della Cultura nel 2020. Gli applausi, naturalmente, sono arrivati. Ieri sera i più intensi, probabilmente, sono quelli andati alla superba Mariella Devia che interpretava la regina Elisabetta. Eppure, alla fine dell'intervallo, un altro scroscio di applausi e grida di "brava" sono andati a un'anonima spettatrice che con le luci già spente, e il direttore Sebastiano Rolli già sul podio, dal loggione ha gridato "spegnete quei telefonini, cretini" a quelli che in platea avevano il cellulare acceso ed illuminato.
La querelle dei telefonini a teatro e all'opera è una storia vecchia e gli annunci che chiedono di spegnerli prima dell'inizio dello spettacolo raramente vengono ascoltati. Ormai un vero e proprio disservizio per tutti gli appassionati. Non solo per gli squilli, ma anche per la luminosità degli schermi. Ultimo episodio in ordine di tempo, Raul Bova che a fine spettacolo a Catania non è andato a prendere gli applausi infastidito dai continui squilli, ma anche Daniel Barenboim alla Scala nel 2014 ha sospeso un concerto in cui si esibiva al piano perché infastidito dal flash di una spettatrice che lo stava fotografando, e le ha dato della maleducata.