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Teatro Biondo di Palermo, il direttore Alajmo lascia in polemica con Leoluca Orlando

Lo scrittore siciliano costretto a lasciare lo Stabile in disaccordo con il sindaco palermitano che nel 2013 lo aveva chiamato alla direzione.
A cura di Redazione Cultura
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Facciata del Teatro Biondo di Palermo
Facciata del Teatro Biondo di Palermo

"Ormai il teatro che avevo disegnato assieme a Emma Dante è stato sfregiato. Sono stato delegittimato dai soci e non posso più essere chiamato a distruggere quello che avevo costruito.”

Queste le parole di Roberto Alajmo, direttore dimissionario del Teatro Biondo di Palermo.

La domanda è: ma se finanche un intellettuale dello spessore di Alajmo, innamorato come pochi della sua terra, è costretto ad abbandonare la direzione dello Stabile palermitano a cui era stato chiamato nel 2013, che speranza c'è non solo per la cultura in Sicilia ma nell'intero Paese? Nessuna, verrebbe tristemente da dire.

La vicenda è ormai nota. Qualche giorno fa lo scrittore siciliano ha presentato le proprie dimissioni al Cda del Teatro Biondo di Palermo riunito in seduta straordinaria per trovare una soluzione alla crisi finanziaria che viene da lontano e che in questi ultimi anni, nonostante una gestione di qualità artistica e oculatezza finanziaria, non è ancora finita, complici scellerate gestioni del passato i cui postumi, in definitiva, sono la causa di quanto sta accadendo oggi.

Nei fatti Roberto Alajmo è stato scaricato dal Sindaco del capoluogo siciliano, quel Leoluca Orlando che quasi tre anni fa lo aveva voluto alla direzione della prestigiosa istituzione teatrale per risollevarne le sorti, sancendone però allo stesso tempo l'impossibilità di riuscire in tale impresa nel momento in cui ha deciso di chiudere i cordoni della borsa e chiedere all'attuale gestione di reperire tagli alla spesa di oltre un milione di euro per ripianare il disavanzo.

Naturale quindi, a fronte di un tale atto di sfiducia, che Alajmo abbia scelto di puntare i piedi e sbattere la porta. Se si fosse prestato a ripianare in quel modo il bilancio del suo teatro, l'autore di "Palermo è una cipolla" e "Il primo amore non si scorda mai, anche volendo" avrebbe difatti avallato un principio nefasto per chi in futuro dovrà gestire un ente culturale: chi fa bene, risparmiando, proponendo un'offerta artistica di qualità, magari riportando la gente a teatro, viene punito e dovrà ancor di più preoccuparsi di fare le nozze coi fichi secchi.

La presa di posizione del sindaco Orlando, che aveva già definito il Biondo "un'isola infelice" è difatti suonata come una bocciatura per la gestione economica di Alajmo, che ha quindi preso come un atto di sfiducia e scritto una lettera durissima in cui denuncia il disimpegno dei soci dell'istituzione che amministrava.

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